B.A. Film Festival, si lavora per ricucire lo strappo. «Cerchiamo continuamente sponsor, ma l’amministrazione non può che avere il ruolo principale» chiarisce il presidente . Ma il vero problema per la giunta Antonelli sono i conti: con le entrate in sofferenza, il bilancio verrà tenuto costantemente monitorato da qui a fine anno.
Il “caso” Baff potrebbe finire per essere derubricato alla classica “tempesta in un bicchier d’acqua”. È questo perlomeno l’obiettivo che si stanno ponendo le diplomazie delle due parti, Comune e B.A. Film Factory, che si sono messe al lavoro, con una voluta discrezione, per ridimensionare la portata della lite tra il presidente Alessandro Munari e il sindaco . Saltata la trasferta alla Festa del Cinema di Roma, si punta a non compromettere l’edizione 2018, allo stato attuale non in discussione.
«Il Baff è il festival della città e per la città – fa notare la “squadra” del Baff in una nota diffusa ieri – da sempre una festa per la città, una manifestazione che propone cultura, spettacolo, informazione e intrattenimento, con linguaggio e stile “pop”, per coinvolgere tutti, cinefili, appassionati e curiosi. La partecipazione di pubblico è alta e in crescita, tra cui non meno di 5000 studenti alle proiezioni, e l’indotto generato è consistente, anche in termini di visibilità per luoghi di cultura e realtà cittadine». E Munari ricorda che «il valore culturale e formativo è concentrato su Busto Arsizio. La ricerca di sponsor e collaborazioni, da parte nostra, è continua, ma l’amministrazione comunale non può che avere il ruolo principale». Il tema ieri è finito sul tavolo della giunta e ha acceso la discussione: in tempi di vacche magre, c’è chi chiede al Baff di reperire maggiori risorse all’esterno e di contenere i costi, come quello della trasferta a Roma.
Anche perché il “caso” Baff è una conseguenza della situazione di difficoltà che stanno vivendo i conti del Comune. Il crollo degli introiti da oneri di urbanizzazione e dalle concessioni cimiteriali ha imposto prudenza nell’intraprendere nuovi impegni di spesa, visto che la legge impone che le uscite siano coperte da corrispondenti entrate già accertate. Così il sindaco nei giorni scorsi ha ordinato la sospensione delle “spese comprimibili”, quelle non essenziali, fino a che non si avrà la certezza che i soldi siano effettivamente disponibili in cassa. Da qui a fine anno i capitoli di bilancio del Comune saranno di fatto messi sotto stretta osservazione, con un’azione di monitoraggio costante e settimanale da parte dei dirigenti, per mettere in sicurezza i conti.