AGRA – Nel cuore delle valli della Valdumentina, tra paesi che conservano ancora oggi un legame profondo con le proprie tradizioni e con la natura, Giuseppe Ferretti ha rappresentato per anni molto più di un semplice medico di famiglia. Con il suo lavoro instancabile, la sua presenza costante e la capacità di ascoltare e comprendere le persone, è stato un punto di riferimento per intere generazioni. Ora, con il suo pensionamento, la comunità ha voluto rendergli omaggio in un modo che riflettesse la riconoscenza e l’affetto costruiti nel tempo.
La cerimonia si è svolta domenica 2 marzo ad Agra, il paese dove Ferretti ha le sue radici. L’area feste si è trasformata in un luogo di celebrazione, grazie all’impegno di numerosi volontari che hanno organizzato un pranzo conviviale. Attorno ai tavoli si sono riuniti non solo gli abitanti di Agra, ma anche quelli di Curiglia con Monteviasco e Dumenza, località dove il medico ha prestato servizio per 28 anni. Il clima era quello delle grandi occasioni, con un’atmosfera carica di emozione e riconoscenza.
Nel corso della giornata, i rappresentanti delle istituzioni locali hanno ripercorso il lungo percorso professionale di Ferretti, sottolineando l’importanza del suo operato nei momenti più difficili. Il periodo della pandemia è stato uno dei più impegnativi, ma il medico non ha mai fatto mancare la sua presenza, offrendo cure, conforto e supporto in un periodo di grande incertezza. Il suo ruolo è andato ben oltre la medicina, diventando un vero e proprio punto di riferimento umano e sociale per tutta la comunità.
Ripensando alla sua carriera, emerge con forza la dedizione con cui ha affrontato le difficoltà di un lavoro che, in un territorio montano, richiede sacrificio e determinazione. Gli ambulatori in cui ha operato sono sparsi in piccoli centri lontani tra loro, raggiungibili un tempo solo con strade tortuose e spesso innevate durante i rigidi inverni. La sua disponibilità è sempre stata totale, indipendentemente dalle condizioni meteorologiche o dalle difficoltà logistiche.
Nel momento dei saluti, il medico ha condiviso con la comunità il significato profondo della sua professione, parlando dell’etica e della responsabilità che accompagnano chi sceglie di dedicarsi alla cura degli altri. Il suo sguardo era colmo di emozione mentre ringraziava chi, in questi anni, gli ha mostrato fiducia e rispetto. Gli applausi, le strette di mano e i volti commossi intorno a lui hanno reso evidente quanto il suo lavoro abbia lasciato un segno indelebile nella memoria collettiva della valle.
Oggi le strade sono migliori, gli inverni meno rigidi e la medicina ha strumenti più avanzati, ma il rapporto umano che Ferretti ha costruito con i suoi pazienti rimane insostituibile. Con il suo ritiro, la Valdumentina non perde solo un medico, ma un amico, una guida e una figura che ha saputo incarnare il senso più autentico della vicinanza e della dedizione.