Alla fine è andata come doveva andare. Valentino ha vinto il mondiale della popolarità e la sua gente ha fatto festa insieme a quelli che hanno voluto vedere e sentire. Uno su tutti il Papa del motociclismo spagnolo Angel Nieto Roldan che ha reso omaggio all’apostolo di Tavullia tirandogli le orecchie e al tempo stesso consacrandolo per quel momento di stizza che lo ha reso sì più umano ma che gli è costato la partenza dall’ultimo
banco in una classe senza giustizia visto che i somari erano davanti. La mia Puerto Sagunto dove sono arrivato una quindicina d’anni fa trovando una moglie che mi ha dato due figlie ed una serenità senza fine ha vissuto una settimana importante con telecamere e giornalisti affamati di notizie riguardanti il bar di un italiano che trasuda di Valentino ed una passione per il motociclismo che le “due vergini ispaniche della MotoGP” possono solo invidiare. Alla fine è andata come doveva andare con la mista “Honda-Yamaha” protagonista di un trenino indegno al quale è mancato solo la colonna sonora “pe-pe-pe-pe-pe” dove l’unico ballerino con un briciolo di dignità è stato subito sportellato dal suo compagno di squadra al minimo accenno di sorpasso.