Vancouver/ Zoeggeler mai giù dal podio, bronzo per il cannibale


Vancouver (Canada), 15 feb. (Apcom)
– Armin Zoeggeler, il re
dello slittino, perde lo scettro ma regala all’Italia la seconda medaglia alle Olimpiadi di Vancouver. Il carabiniere meranese conquista il bronzo sul budello di ghiaccio di Whistler compiendo una vera e propria impresa tenendo a distanza di trenta millesimi il russo Albert Demtschenko. Il campione azzurro, 36 anni, stavolta non è riuscito a difendere l’oro di Torino e a conquitare il terzo titolo olimpico della carriera. La vittoria è andata i tedeschi Felix Loch, solo ventenne al suo esordio olimpico, e l’argento al connazionale David Moeller, 28 anni alla seconda partecipazione ai Giochi dopo il quinto posto di Torino.

Ma Armin Zoeggeler non scende mai dal podio e la scorsa notte ha conquistato la quinta medaglia in cinque edizioni olimpiche a cui ha preso parte. Da Lillehammer 1994 a Vancouver 2010 l’azzurro non ha mai fallito: 2 ori, 1 argento, 2 bronzi il suo bottino a cui vanno aggiunti 5 ori ai mondiali e 9 Coppe del Mondo compresa l’ultima edizione prima dell’appuntamento canadese.

L’avventura a cinque cerchi di Armin il “cannibale” inizia nel 1994 con la medaglia di bronzo a Nagano, è cresciato a Lillehammer 1998 con l’argento, poi la consacrazione con l’oro di Salt Lake City e la conferma quattro anni dopo a Torino. La sua quinta olimpiade si chiude qui e l’Italia lo ringrazia per aver dato come al solito un contributo fondamentale. Il re però non abdica e guarda avanti: “E’ una medaglia importante, che mi consente di affermare che continuerò a gareggiare. Non è stata una gara facile – ammette Zoeggeler – per le condizioni climatiche. Ma questo è un bronzo che vale come un oro”.

Con lui però la medaglia è garantita anche su una pista ridotta che non ha di certo esaltato le sua capacità di controllare le alte velocità e con la pesentezza nel cuore per la morte del giovane collega georgiano Nodar Kumaritashvili nelle prove delle vigilia. Un evento che ha messo a dura prova anche i nervi d’acciaio del campione che si lancia ad oltre 140 km/h in su una pista di ghiaccio, ma dieci anni ai vertici dello slittino non sono una casualità.

Lpr-Caw

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