Un atto vandalico ha colpito la Foiba di Basovizza, proprio alla vigilia del Giorno del Ricordo, con la comparsa di scritte in lingua slava che riportano frasi provocatorie come “Trieste è un pozzo” e “Trieste è nostra”. L’episodio ha immediatamente scatenato l’indignazione delle istituzioni e della società civile, con le forze dell’ordine e la Digos di Trieste impegnate nelle indagini per identificare i responsabili e rimuovere le scritte offensive.
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha espresso una ferma condanna definendo la Foiba di Basovizza un “luogo sacro” e sottolineando come l’oltraggio a questo simbolo rappresenti un’offesa all’intera Nazione. “Oltraggiare Basovizza significa calpestare la memoria dei martiri delle foibe e della nostra storia”, ha dichiarato Meloni, ribadendo che un atto di tale gravità non potrà restare impunito.
Sulla stessa linea si è espressa Carla Cace, presidente dell’Associazione Nazionale Dalmata, che ha definito l’accaduto “un gesto inutile e deplorevole” compiuto da chi, non potendo più negare la verità storica, tenta di ridimensionarla o provocare. Secondo Cace, il negazionismo sulle foibe è ormai insostenibile, ma la necessità di approfondire la conoscenza storica rimane cruciale. “Ci sono ancora troppe lacune, molte foibe inesplorate e tanto lavoro culturale da fare, affinché questa tragedia sia riconosciuta come un dramma europeo e non solo italiano”, ha affermato, evidenziando il carattere di pulizia etnica che colpì non solo gli italiani ma anche gli oppositori politici del regime di Tito.
Anche il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, ha espresso il suo sdegno, definendo l’atto vandalico “grave e intollerabile”, un’offesa alla memoria storica e alla sofferenza delle vittime delle foibe e degli esuli istriani, giuliani e dalmati. “La memoria e il rispetto devono essere pilastri irrinunciabili del nostro vivere civile”, ha ribadito Fontana.
Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha parlato di “forte indignazione” e di un gesto che rappresenta un oltraggio ai valori fondamentali del Giorno del Ricordo. Ha assicurato che i responsabili saranno perseguiti con la massima severità, perché la memoria di chi ha sofferto non può essere calpestata impunemente.
Infine, il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani ha scritto su X un messaggio di condanna, sottolineando come questo atto vile non faccia altro che perpetuare l’odio e ostacolare il dialogo tra i popoli che vogliono costruire un futuro di pace.
L’episodio ha riportato all’attenzione la necessità di un impegno costante per preservare la memoria storica e contrastare ogni tentativo di negazione o strumentalizzazione della tragedia delle foibe, affinché il ricordo di quel dramma rimanga indelebile nelle coscienze delle nuove generazioni.