La parte forte di Bettinelli: chiude gli occhi, tappa le orecchie dopo una settimana di frastuono e (con il ds Landini – chiamatelo Spartacus – che fa gruppo con lui e la squadra) vince la partita.
Il Bari gioca come se bastasse fare girare la palla per fare un gol ai poverelli del Sacro Monte, e invece devi correre e sudare, morire e volere la vittoria più di loro. Senza Zecchin né Rivas (e senza Forte!,
ve lo siete dimenticati?), le due ali titolari d’agosto, una squadra senza un euro ne batte una da trenta milioni. E sapete perché? Perché Luoni al 94’ punta De Luca che tenta l’ultima offensiva sotto i distinti, 17mila euro contro venti volte tanto, gli sradica la palla e l’arbitro fischia la fine. Invece è l’inizio: della festa, del bello del calcio, di un puntino con un cuore grande come il mondo. E-sapete-perché-parte-seconda? Perché al triplice fischio Bettinelli si gira verso la panchina, cerca il ds Landini, lo chiama, lo abbraccia. Un uomo di calcio che le ha viste tutte al fianco di un altro uomo di calcio: siamo in dodici, e il Betti è più forte.
Nessuno si è accorto dell’assenza di Zecchin contro una squadra da A diretta. Nei momenti di crisi, tutti giù con la testa nella sabbia provando a uscirne fuori con la bava assassina, proprio quando i pugliesi ci stavano mettendo sotto. Tre soli talenti – Falcone (dribbling), Capezzi (testa e piedi), Neto (tutto) – e tutti gli altri a morirci sopra, con-per-tra loro. Corsa, capacità di arrivare prima sul pallone e un Varese alla Maroso, umile e piccolo. Sai che quel fenomeno di Neto il 2-1 te lo fa, ma non sai che il merito è delle pulci Fiamozzi e Luoni: costano come un’unghia del Bari eppure l’azione di chi vuole vincere è loro, la vittoria è loro che partono quando tutti aspettano di essere giustiziati.
Adesso andiamo a Frosinone, campo “bastardo”: come il Franco Ossola, dove non si passa se non hai un pizzico di palle in più degli avversari. Proviamoci. Abbiamo giocato meglio, abbiamo fatto quello che dovevamo fare. Di più: stiamo recuperando Blasi (quando entra – uno, tre o cinque minuti – non becchiamo mai gol), forse anche Petkovic (chi ti carica meglio di Bettinelli? Ma tu devi correre e giocare per gli altri, non per te), aspettando Forte – l’unico che, entrando all’inizio o in corso, sa spaccare la partita – e anche Tamas (sa solo attaccare? Luoghi comuni: dimostratecelo).
Nb: grande gesto della squadra per Vanoni, il giardiniere, il cui nome ieri è stato portato in campo sulla maglia da tutti i giocatori. E nessuno attacchi Mangia o De Luca: emozionarsi e magari perdere contro il Varese anche per colpa di quell’emozione, è umano.
Nb-1: Kadir Sheikh, uomo d’affari tedesco con origini pakistane, dallo scorso maggio al 5 luglio provò a prendere il Real Saragozza, retrocesso in Spagna e con debiti con lo Stato, mettendo sul piatto 8 milioni subito e 22 di investimenti. Dopo il preliminare di accordo, la trattativa saltò quasi davanti al notaio. Lui disse che in realtà la multiproprietà del Saragozza non voleva veramente vendere. Loro di non aver visto i soldi prima dell’atto di vendita.