Varese, blitz nella discoteca Il Village rischia di chiudere

VARESE Il Village di Capolago è appena nato, ma rischia già di chiudere. La discoteca che è diventata un must in questa torrida estate, nella notte fra sabato e domenica è incappata in un pesante controllo da parte della Direzione provinciale del lavoro di Varese, del Nucleo carabinieri per la Tutela del lavoro della medesima, della polizia amministrativa e sociale della questura, e dei funzionari ispettivi dell’Inps di Varese. Al termine della verifica, la questura cittadina ha avviato la procedura per la revoca della licenza. Se l’iter andrà a buon fine, il Village dovrà dire arrivederci alla sua attività.

Motivo? Secondo le forze dell’ordine, il Village svolgeva (al momento dell’ispezione) un’attività di intrattenimento pubblico senza avere le necessarie autorizzazione. Pur senza possedere la licenza richiesta dalla legge, avevano installato all’esterno del locale un impianto di diffusione audio con un palco, una pista da ballo e con il relativo impianto di luci sceniche. Peccati veniali? Non per l’articolo 666 del codice penale. Ma in attesa di sapere se la revoca della licenza diventerà effettiva, il Village può comunque continuare a lavorare.

Le verifiche hanno riguardato anche tre ristoranti: due a Varese e uno a Porto Ceresio. In totale sono stati identificati 41 lavoratori. Di questi, ben 11 sono risultati “in nero”. Due, addirittura, non avevano nemmeno raggiunto la maggiore età: la coppia di adolescenti era stata ammessa al lavoro senza che fossero stati messi in atto gli specifici adempimenti in materia di tutela della salute e della sicurezza connessi alla minore età. Vale a dire: la visita medica preventiva di idoneità al lavoro, la specifica valutazione dei rischi e l’informativa al minore ed ai titolari della potestà genitoriale in ordine ai rischi connessi all’attività lavorativa svolta.

Si tratta di violazioni punite dal codice penale con ammende piuttosto salate: ammontano infatti a 34.600 euro quelle erogate tra sabato e domenica. Ma l’ispezione nei diversi locali ha portato anche ad elevare sanzioni amministrative per ulteriori 43mila euro.

Sono state denunciate pure tre persone: due per avere impiegato i lavoratori minorenni senza le prescrizioni previste dalla legge. E un’altra per aver reagito male ai controlli. Si tratta di uno dei titolari di una pizzeria d’asporto in zona ippodromo. E’ accusata di essersi rifiutata di fornire le proprie generalità, di oltraggio a pubblico ufficiale; e poi, ancora, di interruzione di pubblico servizio e di impedimento alla vigilanza.

e.marletta

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