Varese, colpo alla ‘ndragheta Ma i boss di Lonate sono assolti

LONATE POZZOLO ‘Ndrangheta alla sbarra: assolti nel processo milanese Infinito i boss di Lonate e Legnano. Assolti non perché non ritenuti colpevoli ma perché già condannati dal tribunale di Busto Arsizio per gli stessi reati contestati nel processo Infinito.

La formula in diritto recita “ne bis in idem”, letteralmente “non due volte per la medesima cosa”. Alla sbarra c’erano di fatto le stesse persone: il boss Vincenzo Rispoli, la bacinella Emanuele De Castro, la mano pesante Mario Filippelli, condannato a 10 anni di carcere dai gip di Milano Roberto Arnaldi (Filippelli non affrontò il dibattimento a Busto Arsizio), l’amante degli affari immobiliari Nicodemo Filippelli, e Giorgio Laface, personaggio di minor rilievo all’interno dell’organizzazione al quale mai fu contestata l’associazione a delinquere di stampo mafioso.

In sintesi: nell’aprile 2009 scatta l’operazione Bad Boys che assesta un colpo mortale alle ‘ndrine collegate alle realtà cirotane e in particolare alla locale Legnano-Lonate guidata da Rispoli. Nel luglio del 2010 scatta il blitz di Infinito: trecento arresti nel nord Italia, con nomi pesanti nel novero quali Pino Neri e Vincenzo Mandalari, condannati ieri a 14 anni di carcere. Di fatto Infinito comprende Bad Boys: la prima tranche di arresti fu eseguita per esigenze investigative. Quindi arrivò un anno dopo il colpo finale. Il 4 luglio 2011 il collegio giudicante di Busto presieduto da Adet Toni Novik, con Maria Greca Zoncu e Alessandra Simion a latere, emise una serie di condanne pesantissime a carico dei mafiosi lonatesi: 11 anni a Rispoli, 8 anni a Emanuele De Castro, 10 anni a Nicodemo Filippelli.

Il clan venne falciato: il gruppo era accusato di aver strozzato decine di imprenditori e artigiani in provincia di Varese e di Milano. Si trafficava in droga, non disdegnando le armi e si pianificavano investimenti immobiliari milionari (quali il tentativo di realizzare il Pirellino a Lonate, poi fallito) per riciclare il denaro del clan. Il gruppo, già condannato a Busto ma presente con gli stessi reati anche nell’ordinanza di Infinito (trattandosi questa di un’estensione dell’altra), è andato anche davanti al gip di Milano: in base alla formula ne bis in idem il gip ha assolto trattandosi di reati per i quali gli imputati erano già stati condannati.

A carico di Rispoli & co restano le sentenze bustocche, dure e difficilmente attaccabili in quanto sostenute da 800 pagine di concrete motivazioni. Di fatto l’assoluzione di ieri è un atto formale e nulla più.

Per quanto riguarda Bad Boys, infine, le difese avevano già annunciato i ricorsi in appello. Mentre nelle motivazioni della sentenza i giudici estensori hanno più volte palesato la necessità di approfondire infiltrazioni mafiose sia negli appalti relativi all’Expo 2015 che nell’ambito della politica più locale.
Simona Carnaghi

s.bartolini

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