VARESE – Condannato in contumacia a 2 anni e 9 mesi, l’uomo di 35 anni che è stato riconosciuto colpevole di appropriazione indebita. Si tratta della sentenza di primo grado, pronunciata dal giudice del tribunale di Varese, nell’ambito di una vicenda molto triste, perché la vittima della sottrazione di ben 350 mila euro è il fratello disabile dell’uomo, praticamente rimasto a vivere della sola pensione di invalidità.
Il Pm aveva chiesto la condanna a 4 anni e 2 mesi peri capi di imputazione di appropriazione indebita, estorsione e violenza privata, ai danni del fratello minore dell’imputato, un giovane di 25 anni affetto da una disabilità fin dalla nascita. Il fratello maggiore, nonché il condannato, invece, che viveva tra l’Italia e il Perù, si è definitivamente stabilito nella Stato del Sud America, dove sembra conduca un’esistenza molto più che agiata.
I due, entrambi con la doppia nazionalità peruviana e italiana, sono figli della stessa madre, una donna di origini peruviane e di padri diversi. La madre è morta qualche tempo fa, a causa del Covid. La somma erra depositata su un conto corrente cointestato ai due fratelli, ma in realtà erano soldi del più giovane, dal momento che si trattava di una consistente quota del un maxi-risarcimento che i genitori avevano ottenuto nel 2008 al termine di una lunga causa contro l’ospedale di Varese,
dove il figlio era nato il figlio con una disabilità fisica del cento per cento. La somma era vincolata fino al compimento dei 18 anni del giovane disabile. Per circa un anno il giovane una volta maggiorenne, ha avuto un amministratore di sostegno per meglio gestire l’ingente fondo, ma si era poi fatto avanti il fratellastro, che lo aveva convinto ad andare a vivere con lui in Perù, ottenendo anche dal giudice di Varese il trasferimento del denaro all’estero e, ovviamente, un nuovo amministratore di sostegno.
Il denaro, però, si sarebbe “volatilizzato” dal conto. L’avvocato di parte civile, Bartolomeo Catalano, che rappresenta il venticinquenne disabile, ha ottenuto il riconoscimento di una provvisionale sul risarcimento del danno di circa 300 mila euro. L’imputato continua a vivere in Perù.