VARESE Il giro dei night era quello solito, per i quali Varese era nota anche fuori dai confini della sua provincia: il Manila, il Bohème, la Cantina delle Rose, il Lady G. Una notorietà che derivava dai servizi molti particolari offerti alla clientela: musica, danze, cocktail, atmosfere soffuse, ma anche e soprattutto ragazze disponibili a prostituirsi. Furono chiusi con un blitz della squadra mobile ordinato dal pm Agostino Abate la sera del 25 novembre 2005.
Da quell’indagine, che ha portato all’arresto e alla condanna dei gestori dei locali, ne è derivata un’altra, che riguarda le forze dell’ordine. Perché dai processi che seguirono emerse che non pochi uomini in divisa li frequentavano assiduamente, consumavano e non pagavano. Ora anche quell’inchiesta è giunta a termine: il pm Abate ha inviato agli indagati l’avviso di conclusione d’indagine, ipotizzando in capo ad una quindicina di persone i reati di favoreggiamento della prostituzione e di corruzione. Vestono le divise più diverse: si tratta di carabinieri di agenti della questura, della polizia stradale, della polizia penitenziaria.
Non è la prima volta, purtroppo, che rappresentanti delle forze dell’ordine vengono coinvolti in indagini di questa natura: la più nota rimanda al night Papiro di Besozzo, anch’essa condotta da Abate, conclusasi con pesanti sentenze di condanna di primo grado il 25 gennaio di due anni fa. Sei carabinieri, tutti sospesi dal servizio, furono condannati a pene comprese tra i cinque anni e un anno e nove mesi. Secondo l’accusa, i sei sapevano che nel locale vi era sfruttamento della prostituzione, anche minorile, ma non denunciarono il fatto. Due militari sono stati riconosciuti colpevoli in particolare di un episodio grave: quando una ragazzina minorenne chiese loro aiuto, lo avrebbero riferito ad una dei titolari del locale, esponendola a rischio di vita.
Franco Tonghini
e.marletta
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