Sarà l’inesperienza, sarà la paura, sarà la casualità. Saranno anche i meriti degli avversari. Sarà quel che sarà, ma i numeri come sempre parlano chiaro.
Il Varese ha 8 punti in classifica (al netto del -1 già assegnato dalla Disciplinare), e diventeranno ben presto 6 per l’ulteriore penalità. Insomma, c’è da sudare e faticare per arrivare al traguardo. Ma gli 8 turni di campionato fin qui giocati sono sufficienti per tirare due somme e per fare i primi bilanci.
Ragionando per i singoli tempi di gioco, non c’è dubbio che il Varese si senta più a suo agio nelle prime parti di gara. A parte gli 11 punti virtuali conquistati sommando tutti i primi tempi giocati (contro gli 8 dei secondi), balza all’occhio la differenza tra reti fatte e subite.
Aver preso 11 gol nelle seconde parti (contro i 5 delle prime) è un segnale di (dis)attenzione di cui Bettinelli non potrà non tener conto da qui in poi. L’intento della società è stato chiaro fin dall’inizio: l’innesto dei giovani mette in preventivo diversi errori di gioventù, che – secondo il mister biancorosso – andranno a calare man mano che passeranno le giornate di campionato.
E tra i margini di miglioramento insiti nel Varese c’è anche il rendimento complessivo lontano da Masnago. A parte il primo tempo di Carpi e qualche sprazzo a Livorno, la squadra in trasferta ha decisamente deluso. E ci mettiamo dentro anche Brescia, culminata sì con il primo punto lontano da casa, ma con una sofferenza decisamente eccessiva. Per andare lontano (leggi salvezza), bisognerà limitare gli errori a Masnago.
Per saper leggere tra le righe, quello che il Varese non deve più fare è ripetere il secondo tempo di lunedì sera, con il risultato più o meno già acquisito. Anche contro il Trapani i biancorossi si stavano complicando le cose (da 4-0 a 4-2 con tanti brividi), e col Cittadella poteva anche finire peggio.
Degli errori arbitrali preferiamo non parlare, non ancora. Ma a Carpi e col Cittadella di certo non sono arrivati aiuti. Quello che il Varese deve fare, o meglio non fare, è alimentare la casellina dei calci di rigore contro: sono già 5, nessuno in B ha fatto peggio. E 16 sono stati quelli subìti nel campionato scorso. Un’enormità che rischia di essere confermata se proseguisse il trend attuale.
Qualcuno si può anche domandare perché gli arbitri fischino rigore quando non c’è (Bastianoni su Marchi a Vercelli) e non fischino quando c’è (Scaglia su Neto lunedì, e il veneto era già ammonito), ma questa è un’altra storia. In area urge maggiore attenzione.
E il prossimo banco di prova è davvero tosto, tanto più che mancherà Zecchin. Qui c’è voglia e fame di impresa. E Bologna è la piazza giusta per firmarla.