«Varese è casa mia. Come mi mancano Verdicchio e il Peo»

Se il Varese è in testa al campionato di Eccellenza, con 11 punti di vantaggio sulle seconde, il merito è senz’altro di Giuliano Melosi. Ma il tecnico si è trovato nelle condizioni ideali anche perché ha scelto un preparatore atletico di primissimo piano. Stiamo parlando ovviamente di Ciro Improta, nome conosciutissimo e professionista di spessore che fa lavorare i biancorossi come se fossero ancora in Serie B.

Dopo cinque giorni di pausa per il Capodanno, abbiamo ripreso la preparazione lunedì con lavoro aerobico differenziato, in base ai test che avevamo svolto in precedenza Sono allenamenti duri ma la squadra sta bene fisicamente e non posso di certo lamentarmi perché questi ragazzi sono d’oro: pensate che molti di loro mi hanno telefonato anche durante i giorni di riposo per chiedermi consigli.

In effetti la sosta è capitata nel momento in cui il Varese stava meglio sotto l’aspetto fisico ma non è detto che non ripartiremo con la stessa verve. Il nostro segreto è stato il lavoro a cui nessuno si è sottratto.

Non dovete fare i complimenti solo a me ma anche all’allenatore, ai ragazzi, a tutto il nostro staff e alla società che ci mette a disposizione le cose migliori come la palestra e la piscina in cui possiamo svolgere apposite sedute. E che cosa dovremmo dire del pubblico sugli spalti? Anche i tifosi sono di un’altra categoria.

Basta con queste sviolinate. Io cerco sempre di migliorarmi sotto l’aspetto scientifico e di aggiornarmi. Non sono uno che si accontenta o che insegue la routine ma al contrario cerco sempre di variare. E questo stimola l’attenzione dei giocatori: la tabella del martedì o di un altro giorno non è detto che sia sempre quella e questo fa bene.

Non potrei mai dimenticarmelo anche perché l’allenatore era Peo Maroso. Era il primo anno di C2 dopo la retrocessione dalla C1 e la società aveva voluto cambiare anche preparatore. Durante la stagione e a Maroso era subentrato Reja. Mentre un ragazzino di 18 anni muoveva i suoi primi passi da calciatore: era Giuliano Melosi con cui è nata la solida amicizia che, come vedete, è più salda che mai.

Che anno travagliato, ma quante soddisfazioni. Soldo è un grande allenatore e ha sempre tenuto unito il gruppo. Mancavano i soldi perché non ci arrivavano gli stipendi e qualche ragazzo faceva fatica a pagarsi la benzina per venire agli allenamenti. Non avevamo neppure l’acqua calda e per andare in trasferta noi dello staff dovevamo seguire in macchina la squadra. Il curatore fallimentare Sergio Caramella e il direttore sportivo Cicci Ossola tenevano d’occhio le spese…

Ce ne sarebbero mille, non uno solo. Ricordo che il 23 dicembre del 1987 ci toccava l’ultimo allenamento prima della pausa natalizia: era mercoledì mattina ed erano stati tutti puntuali, tranne Verdicchio e Porciatti che già erano segnati sul libro nero perché ritardatari abituali. Quella volta erano rimasti chiusi nell’appartamento che condividevano assieme ad altri compagni e che stava proprio davanti alla stazione. Quando si sono accorti che la porta era sbarrata si sono dati da fare per venire al campo: dopo essersi calati dalla finestra, aggrappati alle lenzuola, avevano preso il pullman e finalmente erano arrivati. Soldo però aveva inflitto loro una punizione, costringendoli ad allenarsi di pomeriggio e mi aveva chiesto il favore di restare per controllare che si dessero da fare.

È troppo facile: era la prima gara dopo il fallimento e avevamo battuto 1-0 il Treviso al Franco Ossola con un gol di Bresciani.

Vi ho già raccontato un aneddoto e ne ho un altro, sempre insieme a Porciatti. Dovevamo andare in mattinata a Luvinate per fare un po’ di corsa in salita e avevo raccomandato ai ragazzi di non bere latte per il rischio di vomitare. Ho incontrato Verdicchio e Porciatti che facevano colazione in un bar proprio con il latte e alla fine ho pagato io il conto mentre poi loro sono stati male a Luvinate. Eppure li avevo messi in guardia. Anche a me manca Verdicchio: a Pordenone aveva le scarpette rotte ma le ha potute usare perché le abbiamo rimesse a nuove con del cerotto. Insieme avete conquistato una salvezza incredibile e c’era anche Melosi… Quella salvezza vale almeno come due campionati vinti perché abbiamo lottato contro tutto e tutti. Sì, è stata una grande impresa.