Le opere d’arte fiorentine in visita a Varese. Una delle prime iniziative che la nuova giunta guidata da Davide Galimberti porterà avanti sul fronte della cultura, sarà quella di attivare il gemellaggio con Firenze, promesso in campagna elettorale dal suo primo cittadino Dario Nardella. «Se Davide vincerà le elezioni e diventerà sindaco di Varese – aveva detto Nardella a Maggio durante una visita al Sacro Monte – attiveremo uno scambio culturale tra le due città». Come già
fatto con Novara, Nardella ha promesso quindi di prestare anche alla nostra città una selezione di opere d’arte per allestire una mostra temporanea che possa generare turismo e indotto. Firenze del resto è una realtà di riferimento nella concezione della cultura come volano per l’economia e punto di partenza per la nascita di nuove esperienze economiche. «Ed è lo stesso modello che vorremmo applicare anche a Varese – spiega , eletta in consiglio comunale con la lista Galimberti e in pole position per un posto da assessore con delega proprio alla cultura – Adesso che Galimberti è diventato sindaco faremo una telefonata a Nardella perché mantenga la sua promessa».
Non è dato ancora sapere che tipo di opere Firenze ci presterà, certo è che c’è solo l’imbarazzo della scelta. «Vedrei bene un Caravaggio o un Botticelli esposto nelle sale del Castello di Masnago – si immagina già la Strazzi – Ho dato un’occhiata al numero delle visite annuali al Castello e sono molto basse, una mostra temporanea di questo livello servirebbe a rilanciare una delle più belle e preziose location che la nostra città può offrire sul fronte della cultura» . Uno dei punti programmatici di Galimberti, tra l’altro, è proprio quello di far entrare Varese tra le prime dieci città per turismo e cultura in Italia. Cominciare da una mostra di respiro internazionale potrebbe essere un buon punto di partenza. «Servirebbe a farci conoscere al di fuori del nostro territorio non solo per l’aspetto paesaggistico e sarebbe anche utile per testare in maniera seria le potenzialità economiche del turismo culturale». Turismo e cultura diventerebbero un tutt’uno a Varese, situazione che richiede una progettualità precisa e condivisa tra quelli che oggi sono però due settori separati. «L’ideale infatti sarebbe, nell’ottica di una riorganizzazione interna dell’ente comunale, unire quello che è il settore del marketing territoriale con quello della cultura. E’ solo un’ipotesi per ora, ma data l’impronta che Galimberti ha deciso di dare alla città, può darsi che avvenga. In caso contrario i due assessorati dovranno necessariamente lavorare in stretta sinergia».
Possiamo quindi iniziare a fantasticare sulla Primavera del Botticelli incorniciata in una delle sale del Castello di Masnago o al Tondo Doni di Michelangelo che fa capolino tra gli affreschi della Sala degli Svaghi o dei Vizi e delle Virtù. E immaginare un’ondata di turisti provenienti da ogni dove per ammirarli, «soprattutto da oltralpe – sottolinea -, perché ultimamente si stanno muovendo meno verso la nostra città. Per far uscire la cultura dai confini provinciali si è fatto poco in questi ultimi anni e adesso è il momento di ripartire». Se dovesse concretizzarsi, l’operazione prevedrebbe un primo grande investimento economico per l’assicurazione e il trasporto in sicurezza delle opere, «uno sforzo economico che sarebbe ampiamente ricompensato dall’indotto che la mostra genererebbe». E poi una programmazione logistica per gestire il flusso di turisti appassionati di arte. «Per questo, anche se l’ipotesi iniziale era quella di organizzare l’esposizione al Sacro Monte per rilanciare il nostro patrimonio Unesco, credo si dovrebbe optare per una location differente. L’accesso alla via Sacra rimane ancora un problema, ma anche questo in via di risoluzione».