PADOVA Pari giusto tra Varese e Padova, Segna Ebagua su rigore, risponde Bonazzoli di testa. Ecco le pagelle
BASTIANONI 9 “Con lui il porta, nove partite, il Varese non ha mai perso”: la contro gufata d’inizio gara porta bene. Ce la fa sul tiro di Ze Eduardo, si ripete in uscita su Iori, fa tripletta rannicchiandosi prodigiosamente sotto la traversa contro una palombella di Cutolo. La quarta volta salva persino sul suo Pucino, la quinta capitola ma intanto il voto era già scritto: 9.
PUCINO 6,5 Partendo da dietro, arriva davanti a Ferreira Pinto. Rischia un autogol clamoroso, ma solo perché un attimo prima è nella loro area e quello dopo nella nostra ad anticipare Cutolo.
REA 6 Ringhiare, ringhia. Né tanto, né poco.
TROEST 6 L’essenziale: fa solo e sempre quello che serve, con il bisturi d’un chirurgo e nel calcio – nella vita – conta più dell’orpello.
LAZAAR 5 Per Farias, Bonazzioli e Rispoli, soprattutto per Rispoli che nel primo tempo parte a metà campo e arriva in porta, andargli via è come rubare le caramelle a un bambino.
FERREIRA PINTO 5,5 Zecco fino a domenica tirava punizioni divine in allenamento: lasciarlo a guardare il suo Padova per Ferreira era da roulette russa. Si resta in sospeso tra la vita e la morte anche se un ex giocatore di serie A che non gioca per sè ma per la squadra, è molto diverso dalla maggioranza di questa categoria. Quantità, ma non punta mai l’uomo.
CORTI 8 Pazienza per quella scivolata a metà campo su cui Cutolo rischia di castigarci… Non perde un attimo, corre ovunque, alza la paletta e la abbassa, si mangia la palla con un tale estremismo ed esempio che, se anche fosse fatta di letame, se la mangerebbe lo stesso. Merita di entrare nel top 11 di tutti i tempi di Beppe Sannino, accanto a Messi e Pirlo.
FILIPE 6,5 Scambia con Odu, entra e si procura il rigore. Il coraggio che nessuno aveva ancora avuto, lui lo butta tutto in quell’azione. Chi ha classe è fatto così: gli basta un tocco.
ODUAMADI 5,5 La sua specialità è saltare l’uomo e non gli riesce una volta. Mezzo punto in più perché è il bersaglio della curva padovana, appollaiata sul rettilineo sopra la sua fascia. Un altro mezzo per l’assist a Filipe sul rigore.
NETO 5 Che noia, che barba: lo picchiano e lui va giù.
EBAGUA 7 Nell’unica palla che tocca, entra nella storia: 38° gol in campionato con i biancorossi, come Toscano nel dopoguerra. Lui è così: nel volgere di un lampo affianca una leggenda che resisteva, lassù nell’albo d’oro, da 72 anni. E anche tra altri 72, girandosi nel tempo, i nostri figli vedranno ancora scritto questo nome: Giulio Ebagua.
A. Con.
p.rossetti
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