Tutte le strade portano a Milano. No, non solo perché si sta aspettando di sapere che scelte effettuerà sua maestà Olimpia, centro nevralgico – per danari e prospettive – della pallacanestro italiana della seconda decade del XXI secolo e approdo ambito dai tanti allenatori ancora su piazza.
Il capoluogo della Lombardia è la città di residenza di Bruno Arrigoni, verrebbe da scrivere il nuovo direttore sportivo della Pallacanestro Varese. Si può? Non ancora: a ieri sera il manager ex Cantù non aveva ricevuto la fatidica chiamata, annunciata da alcune fonti – peraltro – durante tutto l’arco della giornata.
Arrigoni è imperturbabile: la sua vita non è cambiata nell’incontro del 4 giugno scorso con Stefano Coppa, giorno in cui ha scoperto di essere ufficialmente il piano b dei biancorossi,
e non è cambiata nel silenzio che è seguito al meeting, in piena coscienza della volubilità di scelte, strategie e intendimenti.
Dando anche solo parziale credito a chi sostiene che la telefonata decisiva sia nell’aria, il momento del matrimonio potrebbe essere davvero vicino, a meno di clamorosi e inaspettati sviluppi del groviglio Alberani. A proposito: ieri Alberani e Toti si sono finalmente parlati. Cosa è cambiato? Bocche cucite sull’esito dell’incontro.
E dal fronte panchina? Alle 21 di ieri – così come successo nell’ultimo mese e mezzo – la consecutio direttore sportivo prima-allenatore poi ancora non appariva solida e non ribaltabile, ma news dal calderone coach non ne sono arrivate.
Dall’incontro Armani-Proli (potenzialmente rilevante per le sorti di Sasha Djordjevic) esce poco o nulla, condito da tutto e il contrario di tutto (tipo un avvento del figliol prodigo Livio, con conferma di Banchi sul “pino” meneghino). Da Pistoia si dice che Vincenzo Esposito, candidato numero dei toscani nel recente passato, alla fine non dovrebbe arrivare: se così fosse, ecco un’altra concorrente in cerca di condottiero.
Moretti? Avellino, Milano, certamente Varese, da ieri anche Sassari: gli isolani – dicunt – avrebbero già pronto un contratto per il playmaker ex Giorgio Tesi Group Ariel Filloy e il suo vecchio allenatore potrebbe seguirlo a breve, dando per scontato l’addio di Sacchetti (scontato per molti, ma non sulla carta). Anche a Livorno, infine, dove coach Attilio Caja sta allenando la nazionale sperimentale, i telefoni tacciano in maniera inesorabile.
Facciamo un calcolo dei senza panchina, anche potenziali: Milano, Varese, Pistoia, Sassari, Avellino e Roma. Quanti gli allenatori? Moretti, Djordjevic, Caja, Crespi, Calvani, Sacchetti, Sacripanti, Pianigiani (non certo per Varese) e Vitucci. Otto principi azzurri per sei donzelle. E se il prescelto prealpino, alla fine ma davvero alla fine, fosse quel Frank che a queste latitudini ha ballato per un solo anno? Tranquilli, comunque vada uno ne arriverà.