Il nome di Michele Criscitiello nel recente passato era balzato alle cronache varesine per la fastidiosa polemica che si accese in occasione del play-out tra Novara e Varese del giugno 2014. Ora le strade dei biancorossi e del giornalista campano, direttore di Sportitalia, si incrociano nuovamente, seppure per altre questioni. Dal 24 maggio del 2016 Criscitiello è il presidente della Folgore Caratese, squadra brianzola che domenica affronterà il Varese al Franco Ossola.
La storia è piuttosto semplice: da dieci anni la Caratese è di proprietà della famiglia De Salvo, la stessa del Novara. Massimo è il presidente del Novara mentre Paola De Salvo, sua sorella, è mia moglie; dopo alcuni anni che seguo dall’interno il Novara, mio suocero e mio cognato hanno deciso di darmi questa opportunità, partendo dalla Serie D con la Caratese. Abbiamo voluto per la prima volta creare una “squadra b” del Novara, perché se aspettiamo le leghe e le federazioni non finiamo più. Quindi prendiamo giovani, li facciamo crescere costruendo un progetto che possa essere lungimirante anche in ottica Novara.
Io sono un ambizioso di nascita, però bisogna anche fare i conti con la realtà, quindi sappiamo che ci sono delle formazioni più attrezzate, perciò l’obiettivo iniziale non è la promozione. Il progetto è su base triennale, questo è un anno zero in cui abbiamo allestito una squadra competitiva, che ambisca a salvarsi al più presto. Ovvio, non andiamo in campo per perdere, però siamo consapevoli che ci sono sei o sette squadre più attrezzate della nostra.
Io il Varese l’ho sempre seguito con grande attenzione, fin da quando si salvò a scapito di un Novara che era messo molto male. Questa squadra e questa società hanno una grandissima dignità, perché quando cadi e ti rialzi in questo modo puoi meritare solo applausi e rispetto. Soprattutto perché i biancorossi non hanno avuto aiuti da nessuno: stimo molto l’attuale società perché ha avuto la forza ed il coraggio di rimettersi in piedi,
e vincere subito un campionato di Eccellenza con praticamente solo vittorie. Diversamente da come può sembrare ai tifosi, vincere un campionato non è mai semplice. Il percorso del Varese a me piace molto, però è chiaro che in Serie D, chiamandoti Varese, hai quasi sempre l’obbligo di vincere. Assieme a Cuneo, Chieri, Caronnese, Pro Sesto e Gozzano, considero il Varese tra le grandi favorite di questa stagione. O meglio, le altre le vedo dietro ai biancorossi.
Essendo giornalista, io ho sempre cercato di non essere uno zerbino. I tifosi spesso mi minacciano, poi mi danno ragione, anche se io non ce l’ho mai avuta con i sostenitori del Varese. Ad esempio, mi ricordo quando parlai di un Catania che era al collasso per colpa di Pulvirenti e Cosentino, al momento i tifosi siciliani insorsero e poi mi diedero ragione. Perché sappiamo come è andata a finire. Stessa cosa a Varese, non ho mai voluto destabilizzare l’ambiente o prendermela con i tifosi, però quel Varese come altre società non poteva andare avanti con tutti quei debiti. Si salvò contro il Novara, ma un anno dopo retrocesse con tanto di fallimento. Il tempo ha dimostrato la verità, ma io non ho mai avuto nulla contro il Varese o il Catania.
Certo, se mi prendo un impegno lo porto avanti e ci metto la faccia. Quindi sarò sempre presente alle partite casalinghe e a quelle esterne. Compatibilmente con gli impegni, assisto anche agli allenamenti del giovedì, del venerdì e del sabato. Quindi a Varese sarò presente, consapevole che giocheremo contro la più forte de campionato. Detto questo, i miei sanno che a Varese vengono per giocare con dignità e per onorare una partita. Io non vorrò mai fare brutte figure.