Abbiamo passato una notte a rigirarci nel letto chiedendoci se il Varese si salverà, farà i playout o chissà cosa. E solo all’alba abbiamo preso sonno nel momento in cui abbiamo capito che dovevamo smettere di chiedercelo. Cosa diceva Sannino? Ah, sì: è tutto scritto. E a chi guardando la classifica si spaventa nel vedere le inseguitrici così vicine, giriamo la frase detta ieri dal gradissimo Papini: sono loro ad essere dietro, e vorrebbero essere al posto nostro. Il Varese ha il destino nelle sue mani, e tutto quello che farà, se lo sarà meritato.
Per cui, piantiamola lì di farci domande stupide: gli spettri e le paure si combattono con le certezze, non con i punti interrogativi. Ecco: salviamoci così: a suon di certezze, prima di gol e vittorie. Certezze e punti fermi, che secondo noi ce ne sono ancora pochi. Per esempio? Ci piacerebbe correre questa volata salvezza con un direttore sportivo ufficiale, e non solo in pectore. Lele Ambrosetti è l’uomo sul quale anche noi avremmo puntato a occhi chiusi, perché ha corso al nostro fianco la maratona di New York quindi sappiamo che è incapace di mollare e arrendersi.
Che la società lo investa del suo ruolo, senza se e senza ma: perché chi scende in campo in queste partite decisive si senta addosso gli occhi dell’uomo che deciderà il Varese del futuro. E così salvare il Varese vorrà dire anche salvare loro stessi.
Altre certezze? Noi ne abbiamo un’altra, che non ce la leva nessuno. Stefano Sottili sarà l’allenatore del Varese. Del prossimo anno? No, quello ancora non lo sappiamo e nemmeno lo vogliamo sapere. Delle prossime sette partite: ecco cosa conta. Anzi: della prossima partita con il Lanciano. Perché se c’è un uomo che ci crede più di chiunque altro, quell’uomo è Sottili. Noi gliel’abbiamo letto negli occhi l’altra sera, davanti ai ragazzi del Bof.
Francesco Caielli
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