Maurizio Tamborini, residente in via Giacosa 25 a San Carlo, è proprietario di una colonia di conigli nani ariete. Una colonia speciale, adatta per la pet-therapy. I piccoli, provenienti da più nidiate, sono tutti diversi per colore, ma uguali per docilità.
«I miei conigli sono abituati a essere maneggiati fin da cuccioli e si rilassano nelle braccia delle persone», racconta Maurizio, orgoglioso delle nidiate. Vedere per credere: i conigli di Tamborini stanno acciambellati in mano. Si sdraiano tra le sue braccia a pancia all’aria, con le orecchie che penzolano all’ingiù e gli occhi socchiusi in attesa dei grattini. Le zampe? Rilassatissime.
«Amano stare a pancia all’aria perché è quella la posizione in cui ciucciano il latte dalla mamma quando sono appena nati – spiega Tamborini – Il coniglio è un animale che per natura è una preda, quindi sta sempre sulla difensiva. E non è semplice farlo sentire al sicuro con le persone come con la mamma. Ma posso dire con orgoglio che i miei conigli hanno una marcia in più, proprio perché sentono l’amore dei padroni».
Tutto è iniziato dalla figlia Gloria. È stata lei a prendere il primo coniglietto. Poi da cosa nasce cosa e la passione per questi simpatici animali è diventata di famiglia. Adesso non si sa più chi, tra lei e il padre, è più innamorato dei conigli.
Di sicuro anche lui si diverte parecchio in compagnia di quei quattro zampe saltellanti. «Vederli correre nel prato è uno spettacolo – dice – meglio che guardare la televisione. Fanno gimcane, salti, si inseguono. Si mettono con la testa gli uni contro gli altri, proprio come dei veri arieti. Sono divertentissimi».
I conigli «griffati» Tamborini non solo sono belli e docili, ma anche sani. «Io credo che lo svezzamento debba essere spartano. Fin da piccoli li abituo a stare in giardino dove mangiano erba. Aggiungo al mangime fieno, erbe di campo, tarassaco e trifogli. E poi tutti gli scarti dell’orto, insalata compresa».
Adesso però c’è il problema di trovare un padrone fidato per questi simpatici animali, che se tenuti bene danno le stesse soddisfazioni di un micino perché seguono il padrone, fanno un verso simile alle fusa e sono molto giocherelloni.
«Non li do mica a tutti – specifica Tamborini – Sono venuti in parecchi a vederli: io mi informo su come intendono tenerli e dove. Se la soluzione abitativa non mi convince, i conigli non li do. Ma se capisco che le persone che ho di fronte sono adatte, allora tento insieme a loro di scegliere il coniglietto migliore».
E come? «I coniglietti sembrano tutti uguali, ma ognuno ha il suo carattere. C’è quello più adatto a chi ne ha già avuto uno e se ne intende, e quello per chi è alle prime armi. Quello per chi preferisce un animaletto docilissimo e quello per chi vuole un animale più grintoso. A me, personalmente, piacciono quelli che hanno una psiche un po’ particolare, diversa dagli altri. Li ho già individuati in questa cucciolata e quelli non li darei mai via, per niente al mondo».
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