VARESE – Una spedizione, arrivata a Cargo City dell’aeroporto di Malpensa, ha fatto scattare l’operazione della Guardia di finanza che ha portato all’arresto di un giovane, al sequestro di circa 2 chilogrammi di hashish e a scoprire l’ennesimo sistema di distribuzione degli stupefacenti.
La spedizione che ha fatto scattare l’inchiesta era arrivata a Cargo City di Malpensa. Proveniente dalla Spagna, è stata intercettata dalle Fiamme Gialle del Gruppo di Malpensa che hanno individuato lo stupefacente. a quel punto è stata avviata l’indagine, coordinata dalla Procura di Busto Arsizio, per individuare l’importatore e, ovviamente la sua rete di distribuzione al dettaglio della droga. Sequestrata la “partita” in consegna a Malpensa è stato individuato il giovane cui era destinata. La perquisizione nella sua abitazione ha permesso di sequestrare un ulteriore chilogrammo di hashish,
suddiviso in panetti, una sigillatrice sottovuoto, sacchetti per il confezionamento sottovuoto, sacchi e confezioni in cartone relativi a spedizioni tramite corriere, un bilancino di precisione, quattro telefoni cellulari attivi e 12 mila euro in contanti. E’ stato accertato che la droga veniva venduta su un gruppo di acquisto in un canale social dove i clienti lasciavano anche le recensioni sulla qualità dello stupefacente, ma anche sullo stesso fornitore e sui tempi di consegna. Dai primi accertamenti è emerso che la grossa disponibilità economica del giovane arrestato, un disoccupato che aveva comunque rifiutato una proposta di lavoro, è da ricondurre alla sua attività di importazione e commercializzazione della droga. Per lui il Gip ha accolto la richiesta di custodia cautelare in carcere, avanzata dalla procura. Emerge così un ulteriore sistema di compravendita di droga, che “evita” agli assuntori di acquistare per strada, nelle piazze dello spaccio. La vendita sui gruppi di acquisto si è diffusa negli ultimi anni in moli Paesi e, ovviamente, anche in Italia. L’ordine viene fatto sull’account del fornitore. Il giovane indagato lo aveva attivato su una piattaforma social, dove gli acquirenti lasciavano l’ordine e l’indirizzo di consegna. Il giovane arrestato, che aveva una sfilza di recensioni positive, si serviva di almeno quattro identità differenti e usava anche un cellulare intestato alla madre.