Quando il direttore sportivo Alessandro Merlin, durante l’estate, era in fase di costruzione del Varese, una sua frase ci colpì in maniera particolare: «Prima di scegliere i calciatori, scelgo gli uomini. Ecco, Luca Piraccini è un grande uomo».
Merlin non è uno che ama rilasciare dichiarazioni, preferisce lasciar parlare gli altri, e ci perdonerà se riportiamo oggi queste sue parole. Ma ne vale la pena, perché spiegano al meglio il giocatore e l’uomo che vi andiamo a raccontare. Premessa, non poco importante: oggi alle ore 15 al Franco Ossola di Masnago si gioca Varese-Borgosesia, quarta giornata di campionato, un’occasione d’oro per i biancorossi per fare quattro su quattro e restare in vetta alla classifica.
Sarà una partita speciale soprattutto per Luca Piraccini, che ha lasciato il Borgosesia proprio per vestire la maglia del Varese, poco meno di un anno fa e ci racconta così la sua esperienza con i piemontesi: «Ho giocato lì una stagione e mezza, sono stato benissimo. In realtà, mai avrei pensato di andarmene, credevo di poter chiudere la carriera lì. Mi avevano accolto bene fin da subito, mi trovavo in una società di gente seria. Poi è arrivato il Varese e per me era un’occasione troppo importante per dire di no, non potevo farlo. Per questo, per il Varese, ho rimesso tutto in discussione anche a costo di scendere di una categoria e rifarei la stessa scelta». Dopo le dieci reti in quindici presenze di Piraccini nella seconda parte della stagione scorsa, l’estate ha mischiato un po’ le carte, sono arrivate offerte sul tavolo di Luca che però non ha mai perso di vista la sua priorità: «Ho avuto delle richieste in estate perché, a prescindere dalla categoria, Varese ti apre comunque molte possibilità. Però io ho sperato fino alla fine di ottenere una riconferma a Varese e sono felice di essere rimasto, perché sono convinto che si possa far bene e riportare il Varese dove merita di stare».
Il suo inizio di stagione è stato positivo, per dedizione e sacrificio, nonostante non sia partito sempre tra i titolari e non abbia ancora trovato il gol in gare ufficiali. Ma non è un problema: «Non è mai facile stare fuori ed entrare a partita in corso, ma capisco che siamo tanti e ci sono giocatori molto bravi in tutti i reparti. La cosa importante è che qui si rema tutti dalla stessa parte; chiunque stia fuori, vecchio o giovane che sia, si mette a disposizione del gruppo. È il nostro segreto. Però secondo me possiamo migliorare ancora sul piano del gioco, nelle prime tre siamo stati più pratici che belli».
Dopo Marrazzo, un cliente ingombrante per chiunque, ora Luca si trova a lottare con Matteo Scapini per una maglia da titolare: «Io e Carmine come caratteristiche eravamo simili ed in campo c’era il rischio che ci pestassimo i piedi. Secondo me io e Scapini invece possiamo giocare assieme e già si è visto». Un pensiero finale anche sul Borgosesia: «Il loro punto di forza è il direttore sportivo, Simone Di Battista, una persona che capisce di calcio ed è molto bravo ad allestire squadre competitive con budget non esagerati. Il Borgosesia assomiglia molto all’Inveruno, una società sana in cui ciò che ti promettono ti danno. Niente promesse a vuoto. Hanno fatto i playoff per quattro-cinque anni di fila, l’anno scorso gli obiettivi si sono un po’ ridimensionati ma quest’anno la squadra è ottima. Attenzione a Luca Zamparo, che è un ex Varese che sta facendo molto bene in questo inizio di stagione».