Varese non vuol farsi “fregare” «Expo? Non fateci perdere la faccia»

Expo, categorie in allarme: «L’evento si farà, ma noi perdiamo la faccia».

Il premier Matteo Renzi ieri ha chiesto di «fare quadrato» per la buona riuscita di una manifestazione che «va fatta, a tutti i costi», parlando alla platea della Camera di Commercio di Milano, dove il presidente Carlo Sangalli ha ricordato che «Expo rappresenta la speranza di superare la crisi economica». Ma i timori di non farcela sono palpabili, e le ricadute sperate, anche per l’economia varesina, potrebbero essere soffocate in partenza.

«La preoccupazione c’è ed è evidente – ammette il presidente nazionale di Confartigianato Imprese, il varesino Giorgio Merletti – perché su questa manifestazione l’Italia si gioca la sua immagine. Expo rappresenta, per gli artigiani e i piccoli imprenditori italiani, un’eccezionale vetrina internazionale per valorizzare la qualità dei prodotti e dei servizi italiani, una sfida per rilanciare nel mondo i valori del nostro sistema produttivo».

Logico quindi che problemi e ritardi non giovino alla “faccia” che l’Italia deve presentare all’estero. «Siamo delusi come Paese da queste vicende – sintetizza Merletti – non c’è dubbio che tutto vada fatto nella massima legalità, ma fa rabbia pensare all’inefficienza di certe normative. Con i certificati antimafia richiesti alle imprese copriremmo una strada da qui agli Stati Uniti, eppure il malaffare non si riesce a fermare».

Il presidente di Confapi Lombardia Franco Colombo vede già un danno difficile da rimarginare: «Ho sempre pensato che, più che l’indotto, il valore di Expo sarebbe stato tutto nell’occasione di dare al mondo l’immagine di un’Italia capace di affrontare le sfide. Ma è proprio su quel fronte che stiamo fallendo. Nessuno dubita che Expo si farà, il problema è come, e cosa resterà poi. Già il fatto che non si sa se alcune delle infrastrutture decisive verranno mai portate a termine rappresenta un’opportunità potenziale che non è stata colta».

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