VARESE Un ricordo, a due anni e mezzo dalla scomparsa, ma anche la certezza di un work in progress, qualcosa che non si è fermato ma continuamente getta germogli, nell’una o nell’altra direzione. Di Dante Isella finalmente si parla a Varese, in quel salone Estense che lo vide nel recente passato artefice di meravigliose “lezioni” sugli scrittori amati, il Porta, Delio Tessa, Manzoni e Gadda, e a farlo saranno i suoi allievi e gli stretti collaboratori,
chi con lui vedeva palesarsi ora dopo ora la meraviglia della scoperta.
Ancora sordo il comune nei confronti dell’”eretico” Isella, ci pensano Università dell’Insubria, Società storica varesina e Circolo di cultura di Mendrisio a riportare il verbo del grande filologo nella città in cui nacque nel 1922, erede di una famiglia di spedizionieri ed egli stesso, in gioventù, a capo dell’azienda allora in via Cavour. Venerdì 11 giugno alle ore 18, nel palazzo comunale, “L’eredità culturale di Dante Isella” sarà esaminata da Giovanni Agosti, docente di Storia moderna alla Statale di Milano e autore di saggi su Bambaia e Mantegna, Donatella Martinelli, che con Isella si laureò con una tesi sul Tommaseo e insegna linguistica italiana all’università di Parma, Giulia Raboni, che con lo studioso varesino collaborò all’edizione critica dei “Promessi sposi” e insegna filologia a Parma, e il milanese Giordano Castellani, altro allievo, ed esperto della storia dell’editoria del Cinque e Seicento. Con loro gli “amici ticinesi” Ottavio Besomi, laureato all’università di Friburgo e già docente al Politecnico di Zurigo, e Franco Lurà, oggi direttore del Centro di dialettologia e di etnografia della Svizzera italiana. A coordinare gli interventi sarà Mario Speroni dell’università di Genova. Dante Isella ha rappresentato un esempio di rigore intellettuale e morale cui ormai non siamo più abituati, oltre ad avere spesso detto e scritto l’ultima parola su autori come Carlo Pisani Dossi, di cui curò una fondamentale edizione critica, o Delio Tessa, tra i più grandi poeti del ‘900, riportato proprio dal filologo varesino al posto che gli spetta nella storia della letteratura. Fino agli ultimi istanti di vita, Isella lavorò e indicò la strada ai molti allievi e collaboratori, impegnati con lui nell’ultima, mastodontica fatica, l’edizione critica definitiva dei “Promessi sposi” di Alessandro Manzoni.
La sua casa di Casciago per anni fu il punto d’incontro per letterati e artisti, da lui passavano Vittorio Sereni e Piero Chiara, Renato Guttuso, Eugenio Montale, in una straordinaria stagione “varesina” di importanti salotti culturali, quelli dei Bellora come dei Pirelli. Il pomeriggio dedicato a Dante Isella trascorrerà con l’ascolto degli interventi dei diversi relatori: Giovanni Agosti traccerà “Qualche ricordo di Dante Isella”, Donatella Martinelli relazionerà su “I promessi sposi del 1827: storia del testo”, mentre Giulia Raboni ribadirà “Gli sposi promessi: un testo in movimento”. “Dante Isella e il Ticino”, è invece il titolo del contributo di Ottavio Besomi, “Da allievo ad amico, con Dante Isella a Pavia, Lugano e Casciago”, quello scelto da Giordano Castellani, mentre da Franco Lurà si ascolterà “A cavallo del confine: esperienze dialettologiche con Dante Isella”. Un legame forte e conservato fino alla fine quello dello studioso con la Svizzera, spesso ricordato con le parole e gli scritti, con calore e razionalità, come in “Un anno degno di essere vissuto”, lo splendido testamento spirituale pubblicato da Adelphi dopo la sua morte, in cui uomini e fatti sono composti come in un ikebana, a fondamento di idee e volontà perseguite per un’intera vita.
Mario Chiodetti
e.marletta
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