Varese sfonda quota 36 gradi Ozono alle stelle, tanti malori

VARESE Più di 33 gradi in centro città, 34 al Centro geofisico prealpino, 36.6 alla Schiranna.
Ieri in città la colonnina di mercurio ha superato di sette-dieci gradi le medie stagionali, raggiungendo livelli che – dice l’ingegnere ambientale Gianluca Bertoni, di meteovarese.net – hanno poco a che vedere con quello che ci si aspetta dall’estate varesina». E nei prossimi giorni non andrà meglio: «Avremo molto probabilmente valori sempre al di sopra dei 30 gradi»

annuncia. Solo il fine settimana potrebbe mettere la parola fine alla canicola, grazie all’arrivo di temporali (accompagnati molto probabilmente da grandine). Ma è presto per snocciolare certezze.
Intanto la città soffre per il duplice assalto dell’ondata di calore africana e l’innalzamento dei valori di ozono. Ieri la centralina Arpa di via Vidoletti ha registrato valori di 202 microgrammi per metro cubo, 22 in più rispetto alla soglia di informazione.
Si tratta della situazione più critica dell’intera provincia dove, pure, l’ozono guadagna posizioni ovunque: 199 a Busto Arsizio, 189 a Saronno, 187 a Gallarate. Entro livelli “accettabili” figura solo Ferno (179). Inevitabili le conseguenze sul fronte sanitario: «Questa mattina (ieri, ndr) abbiamo dovuto ricoverare 22 persone – ammette il primario del pronto soccorso del Circolo, Francesco Perlasca – Tra loro, undici pazienti superavano i 90 anni». Età media alta anche fra i rimanenti.
«La situazione si è notevolmente aggravata, non tanto in termini di accessi complessivi quanto per complessità delle patologie» prosegue il dirigente.
All’origine degli scompensi e delle relative pluricomplicanze, un’intensa disidratazione e la carenza di sali minerali. I reparti di medicina dell’ospedale di via Guicciardini registrano già il tutto esaurito ma, conclude Perlasca, «per ora riusciamo a far fronte ai flussi apoggiandoci anche su Luino e Cittiglio».
Certo il cocktail caldo-ozono non aiuta: «Innanzitutto, l’ozono può amplificare l’ondata di calore, poiché crea una sorta di ulteriore “coperta” sulle città» commenta ancora Bertoni. Inoltre una percentuale tanto alta nell’aria riduce gli spazi dell’ossigeno, causando problemi respiratori e aumentando il senso di affaticamento.
Per difendersi è opportuno concentrare ogni attività fisica o che provochi sforzo nelle prime ore del mattino. Vietatissimo il pomeriggio: fra le 16 e le 17.30 si raggiungono i picchi di calore mentre tra le 17.30 e le 21 esplode l’umidità.
Solo parziale il sollievo in alta quota: non resta che portare pazienza e sperare che i temporali mettano fine a un’estate che veleggia verso il record, con già 17 giornate tropicali su 20 ad agosto e 19 su 19 su 31 a luglio.

s.bartolini

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