VARESE – Una storia brutta e triste, da qualsiasi lato la si voglia guardare. E’ quella che questa mattina ha avuto un ulteriore passaggio e un esito nel Tribunale di Varese. La storia è quella di un’accusa gravissima a carico di un uomo, oggi 62enne: aver abusato della nipotina quando questa aveva appena 12 anni.
I fatti risalgono a un decennio fa, con sviluppi negli anni successivi. La minore aveva raccontato alla psicoterapeuta presso cui era in cura e a un educatore dell’oratorio che lo zio aveva abusato di lei utilizzando dei sex toys. Racconti che appunto si erano trasformati in un accusa giudiziaria tremendamente grave e pesante, tanto che il pm, nel processo che ne era seguito, aveva chiesto per l’uomo una condanna a sei anni di reclusione. L’accusa però non ha retto, tanto che oggi il collegio presieduto dal giudice Cesare Tacconi ha assolto il 62enne, accogliendo di fatto le tesi difensive portate avanti nel dibattimento dall’avvocato Furio Artoni.
Di quegli orribili abusi contestati non si è trovata traccia, nemmeno nelle testimonianze lasciate dalla ragazzina nei suoi diari, mentre i sex toys di cui aveva parlato non sono mai stati rinvenuti. Tante le contraddizioni nel riportare e ricostruire i fatti oggetto dell’accusa. In più è emerso un particolare che pesato sulla posizione dell’imputato: pare infatti che l’uomo avesse prestato del denaro alla famiglia della presunta vittima senza che gli fossero stati restituiti. Da quella vicenda nacquero seri dissapori tra lui e la famiglia che sostenne poi la grave accusa della ragazza, oggi caduta.
Una storia triste, si diceva. Che si voglia vedervi un bruto che l’ha fatta franca o un uomo finito ingiustamente alla gogna per un orrore mai commesso, resta l’amarezza per un contesto di disagio psicologico e di conflittualità umana all’interno di una famiglia.