«Varese vince perché è bella? Ma va, lo fa perché è forte»

VARESE Sembra il solito briefing prepartita, allietato dalle sbirciate di Giovanni, Chiara e Marco, i figli del coach, venuti a festeggiare i 50 anni di papà (auguri). Invece Frank Vitucci vira e, senza perdere il sorriso, sprizza tutto l’orgoglio della capolista.

«Anche lunedì – arringa – ho sentito dire che Varese è in testa perché è un bel gruppo. Se fosse così, potrei chiamare qui i miei amici d’infanzia di Venezia e metterli in campo. È vero che in spogliatoio c’è una bella armonia, però non vinciamo per questo: vinciamo perché siamo forti. Capisco che il nostro primato desti ancora stupore, ma sono stufo di sentire spiegazioni psicologiche e non tecniche. Tanto più che la storia è piena di pessimi gruppi vincenti…».

Il sassolino esce dalla scarpa, rotola per terra e diventa un surplus di motivazione per domenica sera: ad Ancona contro Montegranaro (ore 20, diretta RaiSport 1) la Cimberio dovrà dimostrare questa superiorità. Lo farà senza Banks («Lo valutiamo fino all’ultimo, se non è a posto non lo rischiamo») e chiedendo conferme alla panchina («Cerco ancora un contributo importante da chi entra dopo»). Di fronte «una squadra che ha vinto le ultime tre, è salva e gioca senza pressioni. La Sutor ha elementi esperti, astuti, abili nell’uno contro uno. È la peggior difesa ma anche il secondo attacco della A». La ricetta per batterla? «Dominarla mentalmente e imporre il nostro gioco. Al di là della differenza in classifica, mi aspetto un altro passettino avanti alla voce maturità. Abbiamo metabolizzato benissimo lo stop di Sassari, continuiamo così».

Lo sguardo scruta l’orizzonte playoff (a proposito: siamo a 2.500 abbonamenti): «L’ho detto anche ai ragazzi, prenderemo un rinforzo solo se ha il profilo giusto per tamponare eventuali imprevisti: giocando continuamente, anche un solo infortunio può decidere una serie. Se è un bene o un male Siena fuori dall’Eurolega? Non so: ha speso tante energie finora, adesso può concentrarsi su un solo obiettivo. Era e resta la favorita».

Stefano Affolti

a.confalonieri

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