«Varesina, mai porsi limiti. Sono pronto a correre per te»

Il motore di Mirko Chiarabini romba verso l’esordio col Derthona: «Vietato sbagliare l’approccio mentale»

Le amichevoli sono finite, ora si inizia a fare sul serio. Questo è il messaggio del nuovo attaccante della Varesina Mirko Chiarabini, che grazie a giocate, gol e al suo spirito di sacrificio sta conquistando l’ambiente rossoblù. Esterno o seconda punta, poco importa; quello che conta è giocare per vincere, per aiutare la Varesina a centrare i propri obiettivi. È questa la volontà dell’ex capocannoniere del Ligorna e di un giocatore che rappresenta quello che a Venegono Superiore vogliono vedere.


Mi aspetto un match difficilissimo, come tutte le prime di campionato. Farà ancora molto caldo e risentiremo del grande lavoro fatto nelle ultime settimane, ma sono convinto che faremo la partita. Dal punto di vista mentale non si può sbagliare, quindi non dovremo ripetere gli errori fatti contro la Bustese in Coppa Italia, mettendo in campo dall’inizio la voglia di superare il nostro avversario per portare a casa i tre punti.

Siamo partiti male, giocando un primo tempo al di sotto delle nostre possibilità. Abbiamo commesso errori banali che non dovranno rivedersi, mentre nel secondo tempo nonostante le difficoltà date da temperatura e condizione atletica abbiamo dimostrato il nostro valore tecnico e morale.


Non posso che essere d’accordo. Quando non si è a posto fisicamente è tutto più difficile, ma è qui che entra in gioco la testa. Bisogna capire che la stanchezza non deve essere anche un limite mentale, sforzandosi di non pensarci per poter giocare comunque al massimo; anche perché se pensi già in partenza di essere stanco finirai con l’esserlo ancora di più alla fine. Il trucco è questo.


Un po’ lo sono, anche perché i dati hanno detto che contro la Bustese sono stato il giocatore che ha corso maggiormente, cosa che mi ha stupito (ride, ndr). Ma sono un generoso che dà sempre il massimo, amichevoli comprese.


Ho sempre fatto l’esterno o la seconda punta con compiti anche di ripiegamento, quindi mi è del tutto naturale. Diciamo che maturando ho amplificato questa mia caratteristica, ma nel calcio moderno è diventata una richiesta alla quale chiunque deve adempiere; lo devi fare per il bene della squadra.


Finora sì. Sono cresciuto molto dal punto di vista della realizzazione, visto che così tanti gol non li avevo mai fatti, ma non solo. Ho anche acquisito maggior consapevolezza nelle mie capacità. Il motivo di questa crescita? Forse la tranquillità dell’ambiente e il fatto di essere a un quarto d’ora da casa.

Sì, familiare e attento a tutte le esigenze che una persona può avere. Come la società, la più completa che abbia mai visto in Serie D. Poi sono a due ore di macchina da casa, quindi nemmeno troppo lontano dai miei affetti.

Sarei ipocrita a dire di no. Però ho una ragazza e una famiglia che mi supportano dandomi la forza giorno dopo giorno; comunque ti abitui a non averli vicini fisicamente, ma come tante persone che per lavorare sono costrette a stare via da casa.


Uno normalissimo che ama la tranquillità e passare del tempo con la propria ragazza, magari vedendo un film o ascoltando buona musica.