Che dire Varesina, ancora una volta ti sei affossata da sola. E ok che siamo all’inizio, che ci sono ancora tante giornate e che i margini di miglioramento sono ampi, però tirarsi per l’ennesima volta la zappa sui piedi non deve essere bello. Perché anche contro il Borgosesia sei stata autolesionista, utilizzando un termine pronunciato da mister Spilli al termine della partita. Infatti a parte il primo gol – dove la sfortuna ci ha messo lo zampino – gli altri due sono nati da situazioni evitabili: palle perse a metà campo o nella trequarti avversaria, coperture preventive non esattamente appropriate e letture sbagliate.
Il tutto tenendo conto del fatto che nonostante il 3-1 non si è vista una Varesina in sofferenza; anzi, sotto il punto di vista della manovra le fenici hanno fatto più gioco. Male, perché fare possesso per tirare in porta 3-4 volte in una partita equivale a farlo male, ma almeno la squadra in campo c’è stata, al contrario di quanto (non) visto nella debacle contro la Caronnese.
Solo che per la Varesina questo non può e non deve essere nemmeno avvicinabile alla sufficienza. La Varesina deve pensare di tornare ad essere la Varesina, una squadra che lotta, ringhia e reagisce. A proposito, reagire: un verbo che l’anno scorso è stato tradotto in campo tante volte, anche contro squadre più forti o in salute, permettendo ai rossoblù di recuperare risultati impensabili ai più, ma che quest’anno non ha ancora visto una definitiva coniugazione sul manto erboso. Se non in alcuni uomini o momenti, comunque non decisivi ai fini del risultato.
E poi bisogna tirare, o quantomeno produrre di più in zona offensiva perché per vincere bisogna fare un gol in più dell’avversario. Quindi se bisogna attaccare la profondità si deve attaccare la profondità, se si devono sfruttare le palle inattive si devono sfruttare le palle inattive e se bisogna agire in contropiede si deve agire in contropiede. Senza essere presuntuosi. Lo diciamo perché con umiltà e attenzione puoi essere tutt’altra squadra Varesina.
Una nota su Chiarabini: che lui abbia giocato male è chiaro a tutti e pensiamo pure allo stesso numero 11 rossoblù. Solo che, veramente, certe parole sono state eccessive e ingenerose. Perché Chiarabini nelle scorse giornate non ha mai fatto mancare impegno e qualità. Mai. Quindi anche se si è – giustamente – delusi, sarebbe meglio pensare un po’ di meno con la pancia.