Era un mercoledì il 15 giugno del 1977. Negli ospedali nascevano bambini, nei cimiteri si seppellivano cristiani, qualcuno quel giorno si sarà innamorato e qualcun altro avrà visto l’amore fuggire via. Quel giorno, come ogni giorno, alzarono la saracinesca anche i negozi di dischi. Esponendo le nuove uscite sugli scaffali. E quel mercoledì, quel 15 giugno, sugli espositori distrattamente finirono tra Modena e dintorni anche 2500 copie di un certo 45 giri: si chiamava “Jenny Silvia” e sulla copertina raffigurava un ragazzetto dalla faccia pulita un po’ stralunata e un po’ assorta. Si chiamava Vasco Rossi. Ed esattamente 40 anni dopo, giorno più giorno meno, non avrebbe più occhieggiato timidamente dalla fotografia bruttina di un singolo ma si sarebbe ritrovato a salire le scale di un palco sopra il quale cantarla e suonarla a duecentoventimila persone.
Era il 15 giugno come oggi e un certo signor Borgatti, che solitamente trafficava in mazurche e affini, stava cambiando la storia della musica italiana senza potersene neanche lontanamente rendersene conto. È il 15 giugno come ieri, e un signor Rossi non qualunque sta contando le ore che lo separano dalla serata che lo consegnerà con tutti i crismi conclamati del caso alla storia della musica mondiale.
Si dice che quando una donna compie 40 anni è come se iniziasse da capo. Si dice che una donna, quando compie 40 anni, in fondo non la prenda tanto bene… Si dice anche che la vita comincia a 40 anni, ma forse questa è la balla bella e buona che l’umanità si è inventata per farsela passare meglio. Si dice che questa volta ce ne siano due di donne in gioco, e tutto diventa irrimediabilmente un casino maggiore.
Perciò, chi sono oggi Jenny e Silvia oltre a due splendide quarantenni? Forse proprio e “solo” quello. Jenny e Silvia allora furono la zampata vincente di Gaetano Curreri (ancora lontano ma non lontanissimo dal diventare il leader degli Stadio) che intuì, nei lunghi pomeriggi passati insieme nella cameretta di Vignola, che il suo amico dj un po’ matto quando si sedeva con un foglio e una penna in mano mentre lui suonava il piano, aveva una forza espressiva che poteva andare lontano.
E lo convinse, quasi costrinse, a incidere. Jenny e Silvia. Finite quasi per scommessa su un vinile a 45 giri prima e un anno più tardi su un 33 giri che nessuno, men che meno chi lo stava facendo, poteva pensare sarebbe diventato la pietra miliare di una carriera sconfinata. Jenny e Silvia. Perché di cosa vuoi che scriva un dj se non di donne? Peccato che Jenny – diventata poi sull’album Jenny (è pazza) – altri non sia che lo stesso Vasco alle prese con le sue debolezze e i suoi limiti. E peccato anche che Silvia sia l’apoteosi dell’innocenza, della purezza, del “vorrei essere già donna ma non posso”. Molto, molto più dell’illustre collega Albachiara.
Jenny e Silvia compiono 40 anni. Era un mercoledì, quel giorno. La sera successiva Vasco le avrebbe fatte debuttare sul palco dell’Istituto Corni di Modena. Fra sedici giorni le porterà in trasferta al Modena Modena Park? Sarebbe bellissimo. E se lo meriterebbero pure.
Jenny e Silvia oggi spengono le candeline. E sono qui a ricordarci che il tempo passa non per rovinarci, ma per renderci migliori. Non per farci guardare indietro con rammarico, ma anzi per essere orgogliosi dei passi che abbiamo fatto. Jenny e Silvia si accarezzano le rughe. E sono più belle, più moderne, più vive e più maledettamente attuali che mai. Jenny e Silvia tagliano il traguardo dei quarant’anni, e sembrano venute al mondo stamattina.
In fondo…cosa vuoi che sia una canzone?