È scaduto il tempo delle trattative e delle fidejussioni avvolte dalle nebbie. Un colpo di vento, previsto ormai da giorni, ha sgombrato il campo da supposizioni, ipotesi e quant’altro per dire che alla «Pro Patria è ancora il tempo di Vavassori, piaccia o non piaccia ai bustocchi, anche se me ne voglio andare da Busto. E vorrei che si sapesse che sono io quello stremato perché è da un anno che aspetto qualcuno che mi porti una fidejussione e i tempi tecnici per farlo sono di quarantott’ore, basta chiedere a tutte le banche della città, e non mesi» commenta il patron.
Ma è soprattutto il momento di un «confronto all’americana pubblico con l’avvocato Rimoldi che non mi è sembrato molto informato sulle trattative. Facciamo così: lui porta i suoi documenti ed io porto i miei e mi sa che alla fine mi dovrà delle scuse pubbliche come tutti quelli che mi hanno vomitato addosso fango, per non dire altro, oltre a quelli che hanno fatto solo disinformazione».
Ma è anche l’ora di ripartire con il calcio giocato. Con la stagione che comincia ufficialmente il 9 agosto con la prima giornata del turno eliminatorio di Coppa Italia, salvo che il sorteggio riservi alla Pro Patria il debutto domenica 17.
Entro la fine della settimana, probabilmente sabato, verrà presentato lo staff dirigenziale, tecnico e amministrativo della Pro Patria 2014/2015. Non è da escludere che vengano presentati anche i giocatori che andranno da subito in ritiro. Non è stata comunicata la località che però potrebbe essere lontana da Busto. Gli altri anni la Pro aveva svolto la preparazione sul lago Maggiore con albergo ad Arona e allenamenti a Meina o Dormelletto. «Noi alla Pro Patria non siamo dei barboni – commenta il patron – e come tutte le altre squadre di Lega Pro faremo il nostro ritiro, alla faccia di chi ne ha dette e scritte di ogni tipo in questi giorni. Tipo che saremmo allo sbando. Siamo una società seria e lo dico a beneficio di coloro che non l’hanno ancora capito o non lo vogliono capire, forse è meglio dire così».
E qui Vavassori torna ancora sulle dichiarazioni dell’avvocato Rimoldi rilasciate al sito del Pro Patria Club.
Attacca il patron: «Ho letto che l’avvocato vuole rilanciare la Pro Patria. Qui non c’è niente da rilanciare: ho vinto due campionati e il terzo ho deciso di fermarmi altrimenti sarei andato in serie B e sarebbe bastato poco. Se fosse arrivata la sua cordata, altrochè rilancio, ci sarebbero stati dei problemi, con il loro direttore sportivo che ha alternato stagioni tra fallimento, retrocessione e fallimento tecnico. Questo alla Pro Patria… per non dire da altre parti.
Quindi non c’è proprio nulla da rilanciare perché chi ha tirato su la Pro Patria e l’ha tolta dai guai, è stato Vavassori con il suo staff e i giocatori. E poi sarei quello che non vuole bene alla Pro. A proposito: vorrei dire a questi signori che passano il loro tempo a insultarmi, che l’1 agosto il tiranno tira fuori di tasca propria duecentomila euro per pagare gli stipendi di maggio e giugno. E questo mi permette di ricordare all’avvocato Rimoldi che Vavassori non ha alzato il prezzo di acquisto. Il prezzo è fermo a cinquecentomila euro se io pago debiti per duecentomila che avrebbero dovuto pagare lui e la sua cordata: quei soldi me li devono dare e il prezzo complessivo, lo dico all’avvocato, non cambia. È la matematica non la mia opinione. E poi vorrei far sapere all’avvocato Rimoldi che non ho mai ricevuto alcuna proposta dalla sua cordata il giorno 7 febbraio. Confrontiamoci, vediamoci pubblicamente, lui porti i suoi documenti e io quelli che sono in mio possesso: ne vedremo delle belle. Dico di più: sono anche disposto a farli pubblicare da tutti i giornali e siti, anche se un giornale non penso li pubblicherà…».
© riproduzione riservata