Sempre più spesso capita di vedere sulle etichette delle bottiglie di vino alcuni simboli e diciture che possono risultare poco chiari al grande pubblico. La foglia verde, simbolo del BIO, è ormai di uso comune in molti prodotti alimentari, ma poco si sa dei loghi che certificano i vini ottenuti da uve coltivate secondo i principi della biodinamica o del simbolo che identifica un vino Vegan.
Sempre più aziende, anche di grandi dimensioni, stanno passando dall’agricoltura convenzionale a quella biologica, anche in funzione di una richiesta sempre maggiore di tale requisito da parte del pubblico. A partire dalla vendemmia 2012 quindi, i produttori possono indicare in etichetta “vino biologico”, qualora in cantina non vengano utilizzate determinate sostanze e pratiche, come ad esempio l’acido sorbico, la desolforizzazione, la dealcolizzazione, la concentrazione per raffreddamento, l’elettrodialisi o l’impiego di scambiatori di cationi. Sono bandite le sostanze di derivazione chimica,
mentre sono concesse quelle di origine animale, minerale o vegetale, come ad esempio la gomma arabica, la colla di pesce, la caseina, l’albumina, la bentonite, la perlite ed altre materie prime di origine biologica. Il regolamento BIO impone anche dei limiti per la quantità di anidride solforosa totale nei vini biologici secchi e nei vini biologici bianchi secchi. Per potersi fregiare del logo BIO è necessario essere certificati da un ente preposto, quali ad esempio AIAB, ICEA, ECOCERT Italia, CCPB, CODEX, Bioagricert, solo per citarne alcuni. L’agricoltura biodinamica mette invece in stretta relazione le energie del terreno, quella degli esseri viventi e quelle cosmiche. Il calendario lunare di Maria Thun è ancora oggi considerato un punto di riferimento per le pratiche agricole in regime biodinamico. Attualmente la certificazione biodinamica universalmente riconosciuta è quella rilasciata dall’associazione Demeter. In vigna sono ammessi concimi prodotti da aziende biologiche o biodinamiche certificate e concimi organici, si utilizzano alcuni preparati da spruzzo, gli insetti dannosi si contrastano con mezzi meccanici, repellenti non chimici o ricorrendo alla lotta integrata con insetti utili. Tra le pratiche dal disciplinate Demeter sulla vinificazione sono vietate ad esempio la termovinificazione, la pastorizzazione, l’aumento del grado alcoolico. La chiarificazione è permessa solo utilizzando bianco d’uovo certificato Demeter o bentonite priva di arsenico e diossine. L’uso dell’anidride solforosa è consentito in piccole quantità e lo zuccheraggio è permesso solo per i vini spumanti nella presa di spuma e nel “dosage d’expedition”. I lieviti selezionati, non OGM, sono ammessi solo nella rifermentazione in bottiglia degli spumanti. Per quanto riguarda il vino vegan bisogna rifarsi alla corrente di pensiero e filosofia di vita del Veganesimo. Di conseguenza, un vegan coerente non dovrebbe assumere vino nella cui produzione siano stati impiegati coadiuvanti o additivi tecnologici come sono ad esempio l’albumina d’uovo, la caseina o i caseinati, l’ovoalbumina e la lisozima da uovo, che possono invece essere impiegati nelle produzioni convenzionali e BIO. Da un paio di anni a questa parte stiamo assistendo a una crescita significativa di interesse e di certificazioni, attualmente rilasciate solo da enti privati. Tra questi, uno tra i più accreditati in Italia è Csqa, che certifica i vini Qualità Vegetariana Vegan®, il marchio promosso dall’Avi, l’Associazione Vegetariana Italiana.