Schiuma nell’Olona: denunciata una tintoria di Tradate. Chiusa l’indagine condotta dai carabinieri della tenenza dei carabinieri di Tradate e coordinata dal pubblico ministero di Varese che ha visto in campo anche gli uomini della Guardia Forestale e i tecnici Arpa. Due gli indagati: il legale rappresentante della tintoria e l’addetto alla gestione dello smaltimento degli scarichi in seno alla ditta.
A cavallo tra 2013 e 2014
I fatti contestati sono a cavallo tra 2013 e 2014: una strana schiuma fu infatti individuata nel fiume Olona all’altezza di Castelseprio. I cittadini allertarono immediatamente le autorità temendo un grave episodio di inquinamento. Sul posto sono subito intervenuti gli uomini del Corpo Forestale che pazientemente hanno seguito il percorso della schiuma risalendo a monte dell’Olona sino a trovarne l’origine. Lo scarico della tintoria. Per la riuscita dell’indagine questa tempestività è stata fondamentale. Subito, infatti, sono intervenuti i tecnici dell’Arpa che hanno eseguito prelievi e campionato gli scarico “in flagranza”.
I risultati delle analisi per gli inquirenti hanno rivelato uno scenario che presenta diversi reati ambientali, ivi compreso lo sversamento di sostanze pericolose non trattate. Secondo l’autorità giudiziaria, infatti, non soltanto la tintoria sversava nell’Olona i propri scarichi senza prima averli trattati con un sistema di fanghi e vasche di decantazione, come invece i responsabili dell’attività avrebbero dovuto fare come previsto dall’autorizzazione in loro possesso, ma è anche emerso dell’altro.
Oggi è in concordato preventivo
Secondo gli inquirenti, infatti, l’azienda riceveva rifiuti anche da altre realtà produttive, cosa non avrebbe potuto fare. Anche questi rifiuti sarebbero stati scaricati nel fiume senza venire trattati in modo adeguato. I campioni prelevati hanno rivelato, in particolare, una presenza elevatissima di rame. Il rame è considerata sostanza altamente pericolosa: stando alle risultanze dei test Arpa i livelli di rame negli scarichi della tintoria era infinitamente superiori ai livelli massimi consentiti per legge. La tintoria oggi è in concordato preventivo. L’attività è per il momento ferma e per questo l’autorità giudiziaria non ha richiesta provvedimenti interdittivi nei confronti dell’attività. I due indagati, però, risponderanno delle contestazioni formalizzate rischiando sanzioni amministrative per centinaia di migliaia di euro.
La tintoria è infine sotto costante monitoraggio. Qualora l’attività dovesse riprendere gli scarichi saranno sottoposti a rigorosi controlli. I vertici della ditta hanno contestato ad Arpa di aver eseguito i prelievi in un punto errato. L’autorità giudiziaria non ha invece riscontrato errori depositando l’avviso di conclusione indagini già notificato alle parti coinvolte.n