Vende un’auto: finisce per essere vittima di una tentata estorsione. Si è aperto il processo a carico di un tunisino di 40 anni, accusato di aver pesantemente minacciato il titolare di una concessionaria reo, a suo dire, di aver creato problemi al fratello che da lui aveva comprato una macchina. In realtà il malcapitato ha fatto tutto secondo normativa. Il compratore si è presentato da lui chiedendo di acquistare un’auto usata. L’auto viene individuata e pagata: diecimila euro in tutto.
La macchina, però, è destinata a essere portata all’estero. In sintesi il compratore se la vuole portare in Tunisia dopo poi è tornato a vivere. E il concessionario, come vuole la legge, distrugge la targa dell’auto. Sin qui, tutto bene. Non fosse che quando il proprietario è andato a ritirare l’auto, non l’ha caricata su un carro attrezzi come avrebbe dovuto ma l’ha messa in moto e ha imboccato l’autostrada. Pochi chilometri e la polizia stradale l’ha fermato.
Con conseguente multa salatissima e sequestro dei veicolo. E qui i rapporti con il concessionario si incrinano. «Me lo dovevi dire, è tutta colpa tua. Ti faccio causa e ti chiedo i danni perché mi hai fregato». E di fatto un processo civile c’è. Il fratello del compratore, ha invece deciso di imboccare la strada più rapida.
Niente processi, la via più spiccia per recuperare quanto a suo parere avrebbe risarcito la famiglia, lo ha visto andare dal concessionario e chiedergli cash tremila euro.« Non mettiamo di mezzo gli avvocati, mi dai i soldi e la finiamo qui». Ovviamente il venditore ha declinato la proposta. Ed è a questo punto che i toni sono cambiati. «So dove abiti. O mi dai i soldi o ti brucio la casa», era una delle minacce ricorrenti a carico del malcapitato. Che alla fine ha denunciato il tunisino. Che ieri si è ritrovato a processo davanti ai giudici del tribunale di Varese.
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