Venti rotonde per far girare il traffico. «Sono sicure, low cost e risolutive»

Le linee guida del Piano urbano del Traffico. Ecco tutte le novità

Nuovo piano urbano del traffico: l’assessore chiede «più rotonde» in città. O meglio, «rotondine»: low cost, ma in grado di rendere più sicura e fluida la circolazione in città.
Le indicazioni e le priorità sono già state deliberate in giunta, in parte recuperando gli indirizzi che erano già stati fissati dalla passata amministrazione. Ma stamattina l’iter per l’aggiornamento del Piano urbano del traffico (Put) della città di Busto Arsizio entra nel vivo con il primo faccia a faccia tra l’assessore alla viabilità Max Rogora, il comandante della polizia locale e i tecnici della società Tau, incaricata di realizzare il nuovo studio viabilistico.

Alle indicazioni confermate rispetto al passato – «integrazione dello studio dell’asse Diaz-Cadorna-Duca d’Aosta con gli interventi di fluidificazione del traffico già attuati, realizzazione di collegamenti ciclabili con il centro città e le stazioni ferroviarie, all’interno di una più generale individuazione e definizione di un sistema urbano complessivo della mobilità ciclopedonale, riorganizzazione della circolazione veicolare per renderla più fluida e sicura, in particolare per la rete viaria area delimitata dalle vie Sempione-Tasso-Palermo-Genova e la rete viaria del quartiere Sacconago (area delimitata dalle vie Bienate/Acerbi/ Magenta/Cherubini e Monte Grappa/P.R.

Giuliani/Monfalcone/Caduti)», se ne sono aggiunte altre, considerate «prioritarie» dall’attuale amministrazione.
In particolare, una serie di interventi di «fluidificazione della circolazione e potenziamento sicurezza stradale anche mediante la realizzazione di impianti rotatori» sulle direttrici di viale Boccaccio, via Magenta, viale Rimembranze-Lonate e viale Alfieri-Pirandello, e in alcuni punti critici della viabilità cittadina, oggi regolati da semafori, spesso “lumaca”. Gli incroci tra viale Venezia e le vie Costa e XX Settembre e quello tra via Venezia e via Tasso, caratterizzato dalle lunghe code al sottopasso. L’incrocio tra via XX Settembre e via Valle Olona ai Santi Apostoli, in zona mercato quello tra via Ferrucci e via Gaeta e quello tra via Muratori e via Cagliari, in centro ai due lati della via Foscolo, all’incrocio con via Mazzini e a quello con via Guerrazzi. Inoltre sul viale della Gloria la controversa rotonda della Coop (viale Duca d’Aosta-via Mameli) e quelle invocate in viale Diaz, all’incrocio con le vie Machiavelli ed Orrù, e in viale Cadorna all’incrocio con le vie Piemonte e Lombardia.

Si parla di almeno una ventina di nuove rotonde: è vero che il Put è un documento di pianificazione, che si realizza nel corso di diversi anni, ma il conto rischia di far saltare il banco. «Una rotonda fatta come si deve costa almeno 200-300 mila euro – ne è consapevole l’assessore Rogora – ma io chiederò all’assessore alle opere pubbliche di replicare il modello “low cost” utilizzato a Borsano, all’incrocio dietro alla Chiesa in fondo a viale Boccaccio, oppure quello che verrà sperimentato ai Tre Ponti. Penso a “rotondine” strategiche e mobili che possano mettere in sicurezza gli incroci e fluidificare la circolazione, senza dover fare i salti mortali per reperire risorse che non abbiamo a disposizione».
Infine ai tecnici del Put si chiedono «soluzioni viabilistiche finalizzate al miglioramento della circolazione pedonale in piazza Garibaldi, piazza Trento e Trieste e piazza Vittorio Emanuele II» e l’«integrazione della viabilità quartiere Sant’Anna» con la realizzazione del nuovo «sottopasso ferroviario», in versione “light”, con sbocco tra le via Giotto e Vico.