– Sono già passati ventun anni. Era il 14 maggio 1995 quando Nando Sepe, professione manager, si presentò al civico 2 di via Liguria a Cardano al Campo per cercare Mia Martini, per gli amici Mimì, la Citroën verde di Mimì è parcheggiata lì fuori, all’esterno di quella palazzina, ma dall’appartamento nessuna risposta. Quando poche ore dopo i pompieri sfondano la porta, l’artista calabrese venne trovata morta, sola, nel suo letto. Mimì era morta da 48 ore.
La voce di “Almeno tu nell’universo” si spegneva ad appena 47 anni. Capace di dare un senso compiuto alla voce del verbo “interpretare”, ci ha regalato, nel corso di circa trent’anni di carriera, molte canzoni destinate a rimanere nella storia della nostra musica leggera, si pensi a Minuetto e Piccolo uomo, tanto per citare gli anni settanta, o la stessa E non finisce mica il cielo, scritta per lei da Ivano Fossati, suo compagno nella vita, come una sorta di cinico biglietto d’addio.
Tanti i varesini che stanno ricordando l’anniversario della morte di Mia Martini sui social network. «La sua musica rimane nei nostri cuori», scrive Paola Molinari. Mentre Luca Borghetti commenta: «Vogliamo ricordarti così: libera! Libera di capire, libera di sentire».
Questa sera, nella sala civica del Comune di Cavaria con Premezzo, luogo di sepoltura della cantante, verrà assegnato il “Premio Mimì” durante il quale verranno consegnate le targhe a cantanti e musicisti che si sono distinti o dedicano la loro vita alla musica. I premiati sono stati scelti da una giuria tenendo presente determinati requisiti.