CARONNO PERTUSELLA (a. gia.) La speranza è quella di una visita al presidio davanti alla Ims di Caronno Pertusella di Francesco Guccini, che domani sarà a Varese per un concerto.
Il sasso è stato lanciato sotto forma di invito via lettera dai lavoratori della storica azienda dove per 50 anni sono stati stampati i maggiori successi discografici italiani e, fra i tanti, anche gli album del cantautore emiliano. «Siamo i lavoratori della Ims di Caronno Pertusella, quelli che producono i cd e i dvd anche per la Emi, e da settimane presidiamo i cancelli della fabbrica nel tentativo di salvare il posto di lavoro», scrivono gli operai in una lettera indirizzata a Guccini, che segue la richiesta di aiuto lanciata nei giorni scorsi anche a colleghi come Vasco Rossi o Tiziano Ferro per salvare la «fabbrica dei dischi».
«Quando sarai in concerto a Varese una tua visita al presidio sarebbe per noi una boccata di ottimismo in un momento così difficile – scrivono – e ci renderebbe più tangibile la tua solidarietà».
In ogni caso, gli operai della Ims si preparano a partecipare al suo concerto, esponendo a Varese uno striscione per mettere in luce i problemi che stanno vivendo 132 famiglie. Quelli che stanno vivendo sono giorni di intense trattative, con l’obiettivo di ottenere il pagamento degli stipendi arretrati di ottobre e l’apertura in Regione Lombardia di un tavolo per ricollocare i lavoratori dopo la liquidazione della società. Martedì sera si è interrotto con un nulla di fatto un tavolo fra la Ims e i sindacalisti di Cgil, Uil e Al Cobas – Cub, che riprenderà questa sera.
«Potrebbe esserci una svolta positiva ma sono ancora in corso le trattative – spiega Antonio Ferrari, coordinatore della Al Cobas – Cub di Varese – il nostro obiettivo immediato è quello del pagamento degli stipendi, e dell’apertura di un tavolo in Regione per riassorbire operai qualificati e competenti che in caso di chiusura della Ims si ritroveranno senza lavoro. Il blocco delle merci continua – spiega – fino a quando non verranno pagati gli stipendi arretrati».
e.marletta
© riproduzione riservata