Vertice Lega-Pdl sulla manovra, 1000 sindaci protestano in piazza

Arcore, 29 ago. (TMNews) – Lunghissimo faccia a faccia tra Silvio Berlusconi, Umberto Bossi e lo stato maggiore della maggioranza ad Arcore per trovare l’intesa sulla manovra. Il Senatur è arrivato a Villa San Martino poco prima delle 11, prima di lui nella residenza del Cavaliere era giunto anche il ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli, seguito da folte delegazioni dei due partiti, tra i quali il segretario del Pdl Angelino Alfano e il capogruppo al Senato Maurizio Gasparri.

Ma mentre la maggioranza cerca la quadra sui numeri della manovra i sindaci italiani sono scesi in piazza per protestare contro la sforbiciata da diversi miliardi di euro agli enti locali, contenuta nel maxi decreto di Ferragosto che il parlamento si appresta ora a discutere. Oltre mille primi cittadini hanno sfilato a Milano dietro allo striscione “Giù le mani dai Comuni”. “Questa manovra va azzerata, altrimenti non siamo in grado di fornire servizi ai cittadini”, ha detto il sindaco di Roma Gianni Alemanno.

Una protesta indetta dall’Anci e del tutto trasversale agli schieramenti politici. In piazza, dal Pirellone fino alla Scala c’erano anche il sindaco di Torino, Piero Fassino, della Provincia di Milano Guido Podestà, dal sindaco di Torino Piero Fassino, dal sindaco di Verona Flavio Tosi e dal primo cittadino di Roma Gianni Alemanno. “Bisogna tagliare i costi dello Stato centrale”, ha detto Tosi, “cosa che finora non è mai
stata fatta. Noi non ce la facciamo più, bisogna prendere le
risorse dove ci sono”.

L’accordo sulla manovra, assicurano fonti della maggioranza, è stato già trovato. La sensazione però è che il ministro dell’Economia Giulio Tremonti, molto scettico sull’ipotesi di aumento dell’Iva, sia ancora da convincere sui dettagli e solo dal vertice di Arcore si capirà se la maggioranza è stata in grado di superare lo scoglio.

L’aumento dell’Iva il ministro lo aveva già messo in conto per coprire gli eventuali buchi dovuti alla delega fiscale e difficilmente Tremonti accetterà che l’intera somma così recuperata venga usata solo per ridurre i tagli ai comuni o “ammorbidire” il contributo di solidarietà, che dovrebbe scattare solo da 180-200mila euro in su. C’è poi la “patrimoniale” ipotizzata dalla Lega che però, avverte un dirigente Pdl di primo piano, “dovrà essere esaminata nella sua praticabilità”. L’unica cosa che pare certa, perché è condizione irrinunciabile per la Lega, è che non verranno toccate le pensioni.

Di sicuro, non si potrà contare sul sostegno dell’opposizione, vista l’intransigenza del Pd e il no di Pier Ferdinando Casini: “E’ sparito il clima di coesione nazionale e non voto una manovra senza riforme”.

Red/Dmo/Bat

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