Bruxelles, 10 dic. (Ap) – Il tema dei bonus dei banchieri torna sul tavolo dei leader europei, riuniti a Bruxelles per l’ultimo vertice sotto la presidenza svedese. Il premier britannico Gordon Brown e il presidente francese Nicolas Sarkozy hanno dichiarato che sarebbe una buona idea imporre tasse più sulle retribuzioni legate ai risultati, considerando in particolare che sono nuovamente in aumento dopo il colpo inferto dalla crisi economica e finanziaria dell’anno scorso.
“Siamo d’accordo sul fatto che una tassa una tantum in relazione ai bonus dovrebbe essere considerata una priorità”, hanno scritto i due leader in un editoriale sul Wall Street Journal. Il governo di Brown ha dichiarato mercoledì che imporrà una tassa una tantum del 50% sui bonus del 2009 superiori alle 25.000 sterline. Ha inoltre scritto una lettera ai suoi colleghi Ue in vista del vertice di oggi, chiedendo loro di prendere decisioni rapide sull’aumento dei bonus dei banchieri.
La cancelliera tedesca Angela Merkel non ha aspettato il summit per esprimere il suo sostegno alla proposta, descrivendo la tassa britannica come una “idea attraente” che potrebbe incoraggiare il distretto finanziario di Londra ad imparare la lezione.
Un funzionario del ministero delle Finanze francese ha dichiarato che Parigi ha deciso di imporre una tassa sui bonus una tantum del 2009 e che la Francia aspetta che venga approvata anche dalle altre piazze finanziarie prima di mettere a punto i dettagli.
L’editoriale di Brown e Sarkozy sembra risanare una frattura nelle relazioni anglo-britanniche. I due leader hanno convenuto che “dobbiamo assicurare che attraverso una regolamentazione appropriata il settore finanziario operi in un contesto omogeneo a livello globale”. Il tentativo di imporre a tassazione simile sui bonus è invece fallita negli Stati Uniti. Il Congresso ha votato a marzo per imporre una tassa sui bonus del 90% alle società che hanno ricevuto almeno 5 miliardi di dollari di aiuti da parte del governo, ma il tentativo di far passare una tassa inferiore, del 70%, per un numero maggiore di gruppi è stato bloccato in Senato.
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