Bruxelles, 24 giu. (TMNews) – Le politiche d’immigrazione e asilo, la riforma del ‘codice delle frontiere’ di Schengen, la repressione in Siria e l’andamento del conflitto in Libia, oltre alla presa d’atto della conclusione imminente e positiva dei negoziati d’adesione con la Croazia: sono i temi più importanti che verranno discussi nella seconda giornata del vertice dei capi di Stato e di governo dell’Ue, che si tiene oggi a Bruxelles. In un’appendice della discussione di ieri sui temi economici e la crisi finanziaria, si dovrebbe passare anche all’approvazione formale della nomina del governatore di Bankitalia, Mario Draghi, alla guida della Banca centrale europea.
Sulla Siria, la bozza di conclusioni prevede una “condanna nei temini più duri possibile” del regime di Assad per la repressione e per “la violenza inaccettabile” che continua a infliggere alla popolazione civile, un regilme che “sta mettendo in questione la sua legittimità”. Un appello per la cesssazione delle violenze dovrebbe essere rivolto anche allo Yemen.
Sulla Libia, la discussione potrebbe investire anche la polemica sulla richiesta italiana, subito bocciata dagli alleati Nato, di una sospensione dei raid della Nato per ragioni umanitarie.
Vi sarà, inoltre, una dichiarazione sul conflitto israelo-palestinese, con un appello per “un rilancio urgente del processo di pace in Medio Oriente”, e la “ripresa di negoziati diretti”, che sarebbe l’unico modo dare una ‘chance’ realistica di soluzione. L’Ue vuole evitare che l’Autorità palestinese chieda all’Onu dopo l’estate, come ha annunciato, di votare una risoluzione per il riconoscimento del suo nuovo Stato, aggravando la situazione, e il Consiglio europeo dovrebbe lanciare un appello, in questo senso, affinché “tutte le parti si astengano da azioni unilaterali” che non porterebbero a “una soluzione complessiva”.
I leader dell’Ue, infine, discuteranno delle proposte della Commissione europea per la politica comune d’asilo, il rafforzamento dell’agenzia Frontez per la sorveglianza congiunta delle frontiere esterne, nonché per la riforma del ‘codice delle frontiere’ di Schengen. Su quest’ultimo punto, in particolare, il dibattito non sarà facile, viste le posizioni molto diverse fra la Commissione (sostenuta soprattutto dall’Italia e dal Belgio), che vuole rafforzare la base ‘comunitaria’ delle regole di Schengen (e in particolare del meccanismo che permette di sospendere temporaneamente, per motivi d’emergenza, la libera circolazione delle frontiere), e la volontà di diversi Stati membri (Francia, Germania, diversi nordici) di aumentare il margine di decisione autonoma dei governi nazionali.
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