Promotore finanziario sulla carta, truffatore per la procura: ieri il via al processo con rito abbreviato. Per l’accusa l’uomo avrebbe raggirato 25 clienti facendo sparire 2 milioni e mezzo di euro. Non solo: il broker era anche amministratore unico di una società a responsabilità limitata dalla quale avrebbe distratto 1 milione di euro dal patrimonio aziendale creando un “buco” nell’impresa di circa 3,5 milioni, di cui 2 relativi a debiti verso gli istituti di credito. Nei guai è finito un professionista di Besano.
L’inchiesta, coordinata dal pubblico ministero di Varese Annalisa Palomba, parte dal fallimento di una delle società nelle quali il promotore aveva degli interessi. Società luinese dichiarata fallita dal tribunale di Varese nel 2012. Ad accorgersi che in quei conti c’era qualcosa che non andava, e cioè che le casse societarie erano state volutamente svuotate con il denaro volatilizzato, è stato il curatore fallimentare. L’inchiesta parte da un’ipotesi di bancarotta fraudolenta alla quale poi si è aggiunta una prima denuncia. Quella di una delle 25 vittime del broker truffatore. Le Fiamme Gialle varesine, durante l’inchiesta, hanno ricostruito il sistema semplice ma molto efficace adottato dal broker per darsi alla bella vita.
Il cinquantenne era abilissimo nel carpire la fiducia dei clienti. Non parliamo di multimilionari fanatici del brivido del gioco in Borsa. Parliamo di medi risparmiatori, persone con buoni stipendi guadagnati con il lavoro quotidiano, che intendevano mettere da parte un piccolo capitale per potersi assicurare una vecchiaia tranquilla. Ieri si sono costituiti parte civile in 22. Al broker, altri, hanno affidato i risparmi di una vita cercando di creare un capitale da destinare a figli e nipoti. Il broker intascava le somme, parliamo anche di depositi da 150 o 200mila euro a cliente, promettendo di investirle in panieri economici a basso rischio e a buon rendimento sul medio e lungo periodo.
Il denaro, però, non veniva affatto investito secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, ma intascato dal cinquantenne. Che lo usava in parte per tappare i buchi aperti nelle società in cui aveva degli interessi e in parte per darsi alla bella vita.
Secondo una prima stima, infatti, almeno 594 mila euro arrivati dai risparmi dei clienti, il broker li avrebbe utilizzati per pagarsi cene, hotel, vacanze e beni di lusso. Ai clienti non è rimasto nulla: i risparmi di una vita sono spariti per sempre. I finanzieri hanno anche eseguito un accertamento fiscale a carico del broker che, a fronte della sfarzosa vita che conduceva, presentava dichiarazioni dei redditi minimali.
Insomma era un povero che pasteggiava a caviale. Su ordine del gip di Varese Stefano Sala, in relazione ai reati fiscali contestati, è stato anche disposto il sequestro cautelativo dei beni riconducibili al broker (anche immobili provvidenzialmente intestati ai figli) per un valore di circa 2 milioni di euro.