Si apre la corsa per il Pirellone: in attesa di chiarezza sulle modifiche alla legge elettorale regionale, le incognite sono le “liste del presidente”, che potrebbero fare la differenza. Le grandi manovre per le elezioni regionali dipendono da quelle per le politiche. Ma anche dai progetti di modifica alla legge elettorale regionale su cui è al lavoro la commissione affari istituzionali del Consiglio regionale. Sono due in particolare i ritocchi “tecnici” che potrebbero portare conseguenze sostanziali sulla battaglia per i sette seggi espressi dalla provincia di Varese: da un lato, l’introduzione della “doppia preferenza” di genere sul modello ormai in voga per le amministrative nei Comuni, dall’altro l’ampliamento del numero di candidati nelle liste su base provinciale. Oggi sette, ma potrebbero raddoppiare fino a 14, rendendo ancor più agguerrite le battaglie locali per le preferenze.
Chi c’è ai blocchi di partenza? In casa Lega Nord l’unica certezza sono le riconferme: , e
hanno una “casella” assicurata, dietro di loro sono pronti il capogruppo in Provincia e un manipolo di amministratori locali che va verso la scadenza del secondo mandato (, , , , ). In Forza Italia il “capolista” naturale per le regionali è l’uscente , che in una logica di “cursus honorum” già vista in passato tra gli azzurri potrebbe ambire ad un assessorato in un Maroni-bis.
Attorno alla sua riconferma, la dirigenza provinciale punta ad aprire spazi per possibili apporti civici o grandi ritorni, da quello già sancito di a quello di altri ex Ncd come . Nel Pd, nel caso di probabile promozione a Roma di , sono in pole position per la successione il segretario provinciale e il capogruppo in Provincia, anche se sarà sfida aperta con la corrente riunita attorno a e , che proporrà un nome su cui far convergere i propri consensi, in quello che assomiglierà ad un anticipo del congresso provinciale. Non dimentichiamo poi la già annunciata candidatura dal basso di .
Il Movimento Cinque Stelle, che confida di poter contare su un effetto trascinamento ancora più significativo dalle politiche, selezionerà i propri candidati con le “regionarie” sulla piattaforma online Rousseau: scontata la ricandidatura della consigliera uscente. Le vere incognite sono le “liste del presidente”: quella, o quelle, di , che potrebbero accogliere alcuni civici già nell’orbita del centrosinistra (Esperienza Civica), e la Lista Maroni, che nel 2013 fu il vero “crack” delle elezioni. Allora la Lega era in crisi, ora Maroni ha il vento in poppa del referendum per l’autonomia. Ci si chiede chi riuscirà a salire sul “carro”.
Lontano da una possibile ricandidatura l’uscente , per un posto in lista si era ventilato il nome, finora sempre smentito, del presidente del Consiglio , di Ap, che è impegnato nel lavoro di ricompattamento al centro (da Energie per l’Italia di Parisi all’Udc) per la formazione della “quarta gamba” del centrodestra in vista delle politiche. Ora si stanno mobilitando per un apparentamento con la Lista Maroni anche Orizzonte Ideale e alcuni esponenti civici vicini al centrodestra. Perché alla Lega la “lista del presidente” serve anche a drenare voti da Forza Italia.