– Profughi in via dei Mille, restano o se ne vanno? «Qui è tutto regolare. Ma se l’amministrazione ritiene che la convivenza non funzioni, deve parlarne con la prefettura». Parola di , responsabile per l’azienda agricola Katiusha Balansino della struttura di accoglienza dei richiedenti asilo nel residence dell’ex Cral dell’Enel di via Mille, tornata nell’occhio del ciclone dopo che una nota di Palazzo Gilardoni ha aperto le porte ad un possibile, almeno parziale, sgombero della struttura.
Secondo l’amministrazione comunale, che ha commissionato una serie di verifiche sui requisiti urbanistici e di igiene, anche su pressione dei residenti della zona, gli oltre 120 richiedenti asilo ospitati attualmente nella palazzina dei via dei Mille sarebbero circa il doppio di quelli che la struttura sarebbe in grado di accogliere.
Una versione che però non risulta ai gestori della struttura: «In questi mesi sono stati effettuati una serie di sopralluoghi, dall’ufficio tecnico comunale all’Asl». E nessun provvedimento di limitazione è mai stato emesso nei confronti dell’azienda Balansino, che ospita i cosiddetti “profughi” ormai da prima di Ferragosto. Pertanto, per i gestori la situazione risulta regolare.
Oltretutto, fanno notare i responsabili, «in nessuna delle strutture della provincia di Varese si sono finora verificati problemi o tensioni, come invece è capitato in altre realtà d’Italia».
Una constatazione avvalorata dallo stesso assessore ai Servizi sociali nella sua relazione in consiglio comunale. E allora, qual è il problema che indurrebbe la giunta addirittura a valutare un’ipotesi di “delocalizzazione” dei richiedenti asilo nelle colonie di proprietà comunale (Alassio e Aprica, che tra poco si libererà dopo il periodo delle settimane bianche)?
«L’unica cosa certa – sottolinea Garavello – è che il rapporto collaborativo e costruttivo con l’amministrazione comunale per quel che riguarda la problematica dei richiedenti asilo è cambiato radicalmente anche a Busto Arsizio. Da questo punto di vista, diamo atto all’assessore ai Servizi sociali di essere una persona chiara, illuminata e coerente».
Se qualcosa dovesse essere cambiato, l’azienda Balansino è pronta a valutarlo: «Il problema dei richiedenti asilo, a maggior ragione con la situazione che si aggrava in Libia, è sotto gli occhi di tutti – spiega il responsabile del centro di via dei Mille – noi abbiamo dato la nostra disponibilità al prefetto di Varese per dare una mano ad affrontare il problema. Finché questa situazione può convivere con la città, bene, se l’amministrazione comunale dovesse ritenere che non va più bene, ne prendiamo atto, ma deve parlarne con la prefettura».
Per ora le uniche tensioni sono quelle che si scaricano a Palazzo Gilardoni: i tanti disoccupati che vengono aiutati con i lavori socialmente utili protestano per l’ipotesi di far lavorare i profughi.