Il futuro di Villa Mylius, uno degli edifici storici più importanti di Varese, è al centro di un dibattito acceso che ha animato l’estate varesina. La villa, situata nel cuore della città e circondata da un parco di 8 ettari, è al centro di un progetto di riqualificazione iniziato nel 2016 per trasformarla nell’Accademia del Gusto della Fondazione Marchesi. Tuttavia, a distanza di anni, il cantiere risulta fermo e abbandonato, lasciando la villa in uno stato di crescente degrado.
Donata al Comune nel 2006 dalla famiglia Babini Cattaneo, Villa Mylius doveva diventare un importante polo culturale per la città. Tuttavia, la famiglia, in una lettera aperta alla cittadinanza lo scorso luglio, ha espresso la propria amarezza e delusione per lo stato attuale della villa, dichiarandosi addirittura pentita della donazione. Una frustrazione condivisa anche da Enrico Dandolo, chairman del Gualtiero Marchesi Group, che si aspettava di inaugurare l’Accademia nel 2018 ma che, ad oggi, non ha ricevuto aggiornamenti sui lavori.
Il problema sembra risiedere in un’interruzione causata da questioni tecniche legate all’impatto acustico delle cappe di aspirazione, ma, secondo Dandolo, nessuna informazione è stata più fornita. Un incontro con il Comune era previsto per settembre, ma ad oggi, in ottobre, ancora nulla si è mosso.
Nel frattempo, il cantiere è abbandonato: attrezzature e materiali edili giacciono inutilizzati, inglobati dalla vegetazione. Non mancano i segni di intrusioni da parte di gruppi che hanno forzato le reti di accesso, lasciando dietro di sé rifiuti e segni di bivacchi. Per non parlare delle “orde” di ragazzini che quasi quotidianamente, dopo avere scavalcato muri e recinzioni, si introducono nell’area della piscina del Porcinai (altro progetto “abbandonato”), pesantemente vandalizzata e divenuta “terra di nessuno”, dove spaccio e consumo di droghe sono ormai la prassi.
Il silenzio del sindaco Galimberti
Le opposizioni, preoccupate dal prolungato stallo, hanno chiesto la convocazione di una commissione congiunta per fare chiarezza sulla vicenda. Il rischio è che la situazione, già critica, peggiori ulteriormente, rendendo più complesso e costoso il recupero di Villa Mylius, un luogo che non rappresenta solo un edificio storico, ma un pezzo importante dell’identità e della cultura di Varese.
Ora, l’auspicio è che la commissione possa finalmente portare risposte e soluzioni concrete, evitando che Villa Mylius diventi un simbolo di opportunità perse per la città. Nonché uno dei più grossi fallimenti dell’amministrazione Galimberti.
Un Davide Galimberti il cui silenzio sui grandi progetti (incompiuti o abbandonati) è sempre più assordante.