Villa Toeplitz è l’unico parco cittadino dove è possibile fare l’orto. Questo perché nel passato un appezzamento comunale è stato assegnato ad alcuni “coltivatori urbani”.
Una “buona pratica” che, secondo l’agronomo, andrebbe estesa anche ad altri parchi di Varese.
«Gli orti erano storicamente presenti nelle ville, in quanto il giardino era visto dai proprietari non solo come un bene ornamentale, ma anche come qualcosa che produceva un reddito – spiega Zanzi – Gli appezzamenti scelti per fare l’orto si trovano perlopiù in zone marginali del parco. Avere un orto lì significa togliere dal parco eventuali brutte frequentazioni e presidiarlo anche nei punti meno battuti». È anche una questione di sicurezza.
Nel caso di Villa Toeplitz, la storia del parco si intreccia ancora di più con quella dei suoi orti. Edvige Toeplitz – colei che progettò le architetture del parco arrivando a deviare un fiume per avere il famoso “effetto cascata” – teneva personalmente lezioni di potatura, in una parte del giardino dedicata all’orto molto più vasta dell’attuale.
Nei suoi orti vi lavorano fino a 15 giardinieri fissi. Il tentativo di creare qualcosa di analogo fu percorso anche dall’università dell’Insubria che, nel 2006, ideò un progetto – purtroppo mai decollato – che prevedeva di riprendere la coltivazione nel vecchio centro botanico.
Oggi gli orti di villa Toeplitz, separati dal parco pubblico con una rete, sono di proprietà comunale, ma non figurano nel progetto Orto anch’io. Parrebbe, infatti, che siano stati assegnati dalle passate amministrazioni ad alcuni coltivatori, con la clausola che il comune sia autorizzato a riprendersi il terreno qualora avesse bisogno di quegli spazi.
«Originariamente anche ai giardini Estensi c’erano gli orti e i frutteti – continua Zanzi – Si trovavano in via Verdi, nella stessa zona dove adesso c’è il parcheggio. Anche a villa Agusta c’era un orto: anche in quel caso nello stesso spazio dove adesso si vuole costruire l’autosilo».
Creare orti invece che parcheggi sarebbe sicuramente ben visto dai cittadini dal momento che i cosiddetti “hobby farmers” sono sempre più numerosi.
Tra di loro ci sono parecchi anziani e pensionati, ma anche giovani che si dedicano alla passione dell’orto per stare in mezzo alla natura.
Come spiega Coldiretti Varese in un comunicato: in 10 metri quadrati si possono coltivare almeno quattro piante di pomodori, quattro piante di melanzane, due piante di zucchine, otto piante di insalata e quattro piante di peperoni per una produzione media annua di oltre 25 chili di verdura.Decisamente niente male.
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