«Villaggio di Asterix? Varese si merita di più»

Lega civica - Pienone per la prima assemblea del movimento che sostiene la candidatura di Stefano Malerba

– «Vogliamo cambiare la città. Antipolitici? No, anti-partiti e anti-statalisti». presenta la Lega Civica e la sua sfida per conquistare Varese, nella prima assemblea in streaming del movimento, che si è tenuta ieri sera a Ville Ponti.
«Siamo cittadini liberi, facciamo politica nella nostra città senza i partiti e pensiamo di avere la forza di cambiare la nostra città» così esordisce Malerba, nel suo discorso, in cui espone il manifesto politico della Lega Civica.
Un movimento che non è anti-politico, ma anti-partiti e anti-statalista, un movimento fatto da “cittadini di centro”: «L’antistatalismo più radicale è la difesa della libertà economica – sintetizza Malerba – questo centro radicale non è un’appendice della sinistra o della destra. È centro, punto e basta. E questo lo possiamo dire solo nel comune».

«Nel comune il centro radicale cerca il consenso per esistere e se avrà il consenso necessario cambierà la politica della città. Siamo cittadini di centro, siamo gente libera e forte che non media, che ha valori non negoziabili».
La sfida parte da Varese. E Malerba chiarisce subito: «Siamo un soggetto politico che vuole cambiare la città». L’atto d’accusa nei confronti di come la Città Giardino è duro. «Se togliessimo la presenza della burocrazia statale con i relativi uffici, cosa resterebbe oggi a Varese? – attacca Malerba – vige la logica del “villaggio di Asterix”: una città chiusa senza vocazione e senza progettualità, una città che galleggia in una mediocrità pervasiva, senza obiettivi».

Quali le cause? Principalmente due: «La classe dirigente della Lega Nord, che non ha trovato un candidato sindaco di partito e non trova un capolista tra gli amministratori uscenti, e un’opposizione connivente, quella del Pd, che tace. Sulla svalutazione delle azioni A2A, sullo stadio, sulla politica urbanistica». Un attacco – «da una parte il silenzio, dall’altra il vuoto» – che si riverbera sugli slogan dei suoi avversari: «Varese riparte. Ma dove? Visto il silenzio del Pd» rivolto a Galimberti, «più opportunità. Quali? Visto l’immobilismo della Lega» per Orrigoni. Insomma, la Lega Civica vuole dire «basta».

E lancia per Varese «una nuova progettualità, un nuovo processo industriale» con l’ambizione di farla diventare in dieci anni «la città del sapere».
Come? Partendo dalla revisione del Pgt, introducendo «normative speciali per il recupero delle aree dismesse», ma anche ponendo «al centro di una nuova industria culturale il comparto di villa Panza» (e qui Malerba cita Wim Wenders). E ancora, «una città vivibile per tutti, non solo per alcuni, una città solidale e sicura – prosegue il candidato sindaco della Lega Civica – in concreto? Reddito integrativo di anzianità, piano casa per affrontare l’emergenza abitativa, e sicurezza della città inscindibile dalla solidarietà».
Con un’integrazione basata sulla logica di «aiutare per i bisogni primari, e trasmettere le regole della nostra convivenza civile» ma anche con azioni visibili come «un presidio di polizia urbana in piazza Repubblica e la lotta all’accattonaggio professionale».

Sullo stadio, Malerba torna a parlare di un «progetto di ridisegno dell’intero comparto stadio-palazzetto ed edifici scolastici, come nuovo spazio per la socializzazione e il tempo libero», da realizzare come «operazione urbanistica di carattere compensativo, anch’essa capace di generare utilità per la città, come già previsto nel Pgt».
Per gli altri impianti, serve «una nuova politica, a partire da due condizioni: l’identificazione di un luogo per lo sviluppo e la concentrazione degli impianti per creare un nuovo comparto urbanistico capace di generare un processo economico, e la creazione di una Agenzia, esterna all’amministrazione, che dovrà utilizzare la leva del valore patrimoniale degli impianti e delle aree per coordinare azioni di coinvolgimento finanziario di enti e federazioni, attraendo gli investitori privati».
E così parte la sfida del “terzo incomodo” nella partita scontata tra Orrigoni e Galimberti.