«Vincere a Cantù vale 100 punti Varese non sia tutta follia e tonfi»

Tony Cappellari sul derby di lunedì ma non solo: «I canturini sono messi malissimo. Maynor dà quel che manca: classe. Poz gestisce il match da grande ma basta tecnici»

Varese e l’assalto ai playoff: obiettivo dichiarato, assolutamente da non fallire, ma tutt’altro che garantito. Tony Cappellari, uno dei più grandi dirigenti che il basket italiano abbia mai avuto, traccia la linea da seguire, fra ostacoli e punti di forza, per centrare il traguardo.

«Considero sei degli otto posti per gli spareggi scudetto già assegnati, da Milano in giù fino a Trento, con Cremona, settima, che sta viaggiando comunque molto forte – esordisce Cappellari – La Openjobmetis dovrà di conseguenza fare la corsa su Avellino, stando bene attenta ad avversarie come Roma e Pistoia».
Primo, grande momento della verità già lunedì prossimo, contro Cantù (che in classifica ha gli stessi punti di Varese, 12). «Sappiamo bene come il derby di punti ne valga 100 e non solo 2,

per entrambe le piazze – afferma l’ex dirigente biancorosso – In questo momento l’Acqua Vitasnella appare messa malissimo, non solo male: sarà fondamentale iniziare il girone di ritorno con un colpo al Pianella».
Varese ci proverà ovviamente, potendo contare su un’arma in più: il nuovo play statunitense, Eric Maynor, che ha preso il posto di Dawan Robinson. «È chiaro che al nuovo innesto servirà qualche partita per essere al massimo, ma i miei contatti in America mi confermano che il giocatore ha qualità più che buone, direi anzi ottime – risponde Cappellari – Maynor consentirà un notevole accrescimento del tasso tecnico della squadra, penalizzata in questi mesi, com’è giusto ricordare, dall’assenza di Kangur, che era elemento di coagulo e che svolgeva in campo funzioni molteplici, dalla difesa, alla costruzione a favore degli altri, fino all’apporto realizzativo». È certo però che al gruppo di Gianmarco Pozzecco mancheranno i punti di Diawara (fermo almeno un mese per il parziale distacco della retina dell’occhio destro) e dello stesso Robinson, volato al Bamberg. «Kuba, col suo temperamento, sapeva tirar fuori la squadra da situazioni difficili e di certo non sarà facile sopperire a questa mancanza – analizza Tony – Per quanto riguarda invece la rinuncia a Robinson, penso che dal punto di vista puramente sportivo qualcosa la sua partenza possa aver tolto, ma da quello di cassa, invece, la risoluzione consensuale rappresenta invece una boccata d’ossigeno non da poco».

Aver completato il cambio del play non basta però per potersi considerare con certezza una squadra da playoff. «Perché Varese deve ancora dimostrare di aver trovato un rendimento costante, al posto dell’imprevedibilità totale messa in mostra finora, fra colpi a sensazione come la vittoria di Brindisi e tonfi casalinghi del tutto inaspettati».
E molto, da questo punto di vista, potrà dipendere dall’operato del Poz. «Che in quanto a gestione della partita ormai può essere considerato un allenatore da serie A a tutti gli effetti: basta solo che si calmi un po’, perché i “tecnici” che continua a subire sono davvero troppi – afferma Cappellari – Non ho elementi per giudicare invece il lavoro fatto in settimana ma, pur conoscendo alla perfezione tutte le attenuanti, dico che spesso le squadre che mostrano alti e bassi domenicali risentono di qualche problema in allenamento ed è su questo che forse c’è ancora spazio per migliorare».
Perché il popolo biancorosso vuole divertirsi e soprattutto vedere una Openjobmetis sempre in lotta per la vittoria. Ammesso che vincere sia un obiettivo realmente possibile, cosa sulla quale un maestro della panchina come Jasmin Repesa ha posto qualche dubbio con riferimento al decennio di dominio senese finito con i noti risvolti giudiziari. «Concordo con lui al 120%» conclude, sentenziando, Tony Cappellari.