L’Annapurna è il più pericoloso dei 14 Ottomila della terra, le maestose cime che superano la fatidica quota degli 8000 metri di altezza. “Pericoloso” è quasi fuorviante, sarebbe meglio dire mortale: l’Annapurna è la montagna che fa più morti in rapporto a coloro che tentano di scalarla. Perché? Non è la più alta (con i suoi 8091 metri è ben lontana dai 8848 dell’Everest), non è la più difficile tecnicamente (non ha infatti le pendenze e i passaggi quasi impossibili di un K2), non è la più remota (come un Nanga Parbat, distante giorni di cammino da ogni forma di vita).
Eppure quella che in sanscrito è conosciuta come “la dea dell’abbondanza” non si fa problemi a mangiarsi vite umane con le sue valanghe praticamente senza soluzione di continuità, il meteo che cambia repentinamente e i crepacci celati dalla neve. Tanto da dettare una regola agghiacciante che le statistiche continuano a registrare: per ogni persona che ne tenta l’ascesa, una arriva in cima, una è costretta a rinunciare, una non fa più ritorno a casa. Per Varese è
arrivato il momento di mettersi lo zaino in spalla e iniziare a salire. Davanti ha tre Annapurna cestistici (Cremona, Reggio Emilia e Cantù), da affrontare in soli dodici giorni e con un unico obbiettivo da conseguire: vincere. Vincere o morire: fallire e ritornare a casa con il sorriso sulle labbra non è contemplato. Lo dice la classifica, già preoccupante e potenzialmente tragica se il filotto di gare non si concluderà con almeno una vittoria. Lo dice la consapevolezza del pericolo che stanno correndo squadra e società: il disamore dei tifosi, tendenza ormai conclamata e invertibile solo da una rappresentazione mista di orgoglio e risultati.
Il primo Annapurna è Cremona (Palawhirlpool ore 20.30) e come sempre sarà durissima, più per l’aria che tira in casa che per il valore (senza dubbio alto) degli avversari. Ieri è stata la giornata dei saluti. Sono stati accolti 5 nuovi consorziati nella famiglia di Varese nel Cuore: Bel-go, Co.Ge.S, Giemmetre, Movie Magic e Siram. È stato finalmente rescisso il contratto di Mychael Thompson, forse l’errore più cocente (soprattutto dal punto di vista economico…) dell’inqualificabile mercato estivo varesino. E presto si procederà a giubilare anche Ramon Galloway, messo ieri ufficialmente fuori rosa per motivi disciplinari. Cosa ha fatto Ramon, che per “penuria” di stranieri resterà comunque a Varese fino a quando non gli verrà trovato un sostituto? Sui fatti la trasparenza societaria – come spesso è accaduto – è stata ancora una volta a prova di cortina di ferro, ma pare che l’americano abbia dato in escandescenza dopo la partita contro Venezia, esibendosi in atteggiamenti e parole inaccettabili nei confronti dello staff tecnico e non solo, ripetendo la stessa manfrina anche durante un richiamo ufficiale lunedì sera. Da qui l’inevitabile decisione. Fa sorridere ripensare alle asserzioni estive dei piani alti di piazza Monte Grappa che giuravano di aver pescato non solo giocatori forti, ma anche ottime persone.Si ride meno se si pensa che il rimpiazzo della guardia americana varrà il sedicesimo tesseramento, l’ultimo disponibile. Senza di lui l’amico Wayns ritroverà la buona vena mostrata contro Minsk? A testare l’eventuale cambiamento ci sarà una squadra prima in classifica non per caso: Cremona è un mix di giuste conferme (Vitali e Cusin su tutti, poi lo stesso Pancotto) e di acquisti giudiziosi (Turner e McGee), condite da un entusiasmo che qui non si sa più che sapore abbia. Ha solo un punto debole: il 29% da tre. Zona? Si chiede un miracolo a Paolo Moretti, l’unico in cui ancora si può prestare fede, chiamato a trasformare in carrozze le zucche. Tali – ormai – senza quasi possibilità di smentita.