Vite spezzate, da Lucia ai fratellini «Questa strada è un vero calvario»

«Basta, è un calvario. Anzi: una trappola mortale. Questa strada uccide. Fate qualcosa». Sono i residenti lonatesi, o meglio della piccola frazione di Sant’Antonino Ticino, ad alzare la voce. Con rabbia.

All’alba di domenica sono stati svegliati dall’ennesima tragedia: un incidente in cui ha perso la vita una ragazza di 19 anni, : «Ho sentito i medici pregare, implorare la ragazza di riprendersi. Anche loro frustrati dall’accaduto – spiega in residente che vive proprio all’altezza dell’incrocio tra via Fiume e viale Ticino, la famigerata statale 527 che da busto porta a Vizzola – Tantissimi incidenti. Tanti i morti. Anche due bambini».

I due fratellini di sei e nove anni di Oleggio morti dopo il frontale avvenuto non lontano da dove ha perso la vita alle 4 di ieri Lucia Ranieri nell’ottobre del 2013. Erano in auto con il padre quando la Hunday sulla quale viaggiavano è stata centrata frontalmente da una Porsche. E ancora, 6 luglio 2014, motociclista di 67 anni si è schiantato lungo la statale al confine con Vizzola. A marzo era toccato a un ragazzino di 14 anni di Ferno.

«Quanti ancora? Quanti ne servono ancora prima che qualcuno intervenga? – gridano oggi i residenti – Il comune non è competente, la Provincia nemmeno. La Regione, mah, e il governo ha altro a cui pensare». Chi vive e lavora qui elenca una serie di problemi. «Alta velocità – spiegano i residenti – Vanno come pazzi. Nonostante i semafori. Le rotonde parrebbero funzionare di più. Ma sono poche. E di notte, a causa della scarsissima illuminazione, diventano un ostacolo invisibile».

Dissuasori qui non è possibile metterne. «Fanno i posti di controllo – spiegano i residenti – ma una volta via le forze dell’ordine tutto torna come prima. Più luce, più controlli. Più rotatorie. Insomma vogliamo una strada che non sia più una trappola mortale. Dove agli incroci c’è carenza di visibilità. Adesso basta».

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