«Viviamo grazie agli avanzi Pronti a dormire in Comune»

GALLARATE Hanno rischiato lo sfratto, esecutivo da ieri ma rinviato a giugno. E hanno scritto al Comune chiedendo aiuto e minacciando, altrimenti, di accamparsi con i materassi sotto le finestre di Palazzo Borghi.
È la storia di Elena L., 47 anni, e della sua famiglia: un compagno della stessa età invalido e due figli di 20 ed 11 anni. «Il problema non è risolto, è solo posticipato». La situazione è questa: il compagno di Elena ha un’invalidità che gli rende difficile trovare lavoro. «A febbraio era riuscito a diventare procacciatore d’affari, ma non l’hanno mai pagato». Percepisce una pensione di 286 euro che, al momento, è l’unica fonte di reddito di questa famiglia.

«Io lavoravo come commerciale in un’agenzia di telecomunicazioni che però a settembre ha chiuso». Anche il figlio più grande, racconta la madre tra le lacrime, «ha lasciato la scuola per aiutarci. Ha lavorato con un contratto a progetto fino a dicembre, poi non è più riuscito a trovare un’occupazione». n questi mesi «abbiamo vissuto grazie al banco alimentare. E la sera», aggiunge, «andiamo fuori dai supermercati a raccogliere gli avanzi». Il risultato di questa situazione è lo sfratto tentato ieri: «È vero, siamo nel torto», ammette la donna. «La nostra padrona di casa ha ragione».

Nel frattempo, però, Elena aveva già scritto al sindaco Edoardo Guenzani e all’assessore ai Servizi sociali Margherita Silvestrini. «Ci siamo rivolti al Comune, purtroppo le famiglie nelle nostre condizioni sono tante e non possono aiutarci».Addirittura, hanno lanciato quella che definiscono come una provocazione: «Quando saremo costretti ad uscire dal nostro appartamento ci barricheremo di fronte al Comune. Anche perché «non abbiamo parenti in vita, né amici che ci possano ospitare».

b.melazzini

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