Finalmente ieri splendeva il sole a Berlino: anche se di prima mattina la temperatura era piuttosto bassa, il cielo azzurro era di buon auspicio. La domanda, raggiungendo il Velodrom, era: chissà come sta Arianna, avrà dormito, sarà agitata?
Bastava entrare e gettare uno sguardo al bordo vasca, dove la giovane atleta del Team Insubrika stava terminando la fase di riscaldamento. Fluida, potente, sorridente: sì, ha dormito bene.
Era il giorno del debutto agli Europei, a 17 anni: prima della batteria ha raggiunto il suo coach in tribuna, il volto disteso ma concentrato. Ha ascoltato con attenzione gli ultimi consigli di Gianni Leoni: si fida di lui e si vede. Se era nervosa, non lo faceva trapelare: ascoltare le parole del suo allenatore prima di avviarsi in camera di chiamata fa parte di un rito quasi scaramantico, che ripete ad ogni appuntamento che conta.
Lei sa quel che deve fare, risultato delle tante, tantissime ore di allenamento ripetendo con ossessione ogni gesto, curando ogni dettaglio. Arianna è molto giovane ma ha già alle spalle una discreta esperienza in campo internazionale, avendo percorso tutti i passi previsti dal calendario mondiale giovanile.
Quando la vedi muoversi e chiacchierare con i compagni di squadra, tutti più grandi di lei, sembra perfettamente a suo agio. Chissà che impressione le farà sedere accanto a una come Federica Pellegrini.
Nella quarta delle cinque batterie la Castiglioni gareggia in corsia 6, giusto al fianco delle due centrali, contrassegnate di giallo e riservate alle atlete con i migliori tempi di iscrizione. Sbuca decisa da dietro le quinte, guadagna il blocco di partenza, toglie la tuta, sistema cuffia e occhialini. Un velo di emozione (che poi confermerà) sul suo viso.
È pronta: la sua espressione è un misto di concentrazione e furia agonistica, regala la quasi certezza che farà bene.
La prima vasca scorre veloce, Arianna non si scompone, nuota lunga e non molla il gruppo di testa. Sophie Taylor, l’inglesina terribile che alla vigilia preoccupava, pare la controfigura di se stessa, fuori gara sin dalle prime bracciate. Arianna vira ai 50 metri in 32”54 (al termine dirà «pensavo di passare più forte») e poi innesca la seconda vasca: un capolavoro.
Una progressione incredibile, un’accelerazione che spiazza completamente le avversarie e la fa chiudere il parziale in 34”96. Un’occhiata al cartellone e si rimane scioccati: 1’07”50, addirittura 63 centesimi sotto il suo record personale. E miglior prestazione italiana assoluta in tessuto: il primato nazionale di Ilaria Scarcella, 1’06”89, è stato ottenuto nel 2009, all’epoca dei costumi in gomma.
Ancora non sa che il suo è il miglior tempo di qualificazione: quando il suo coach glielo dice, lei non ci crede. Chiede conferma a un altro tecnico azzurro, tanto è abituata agli “scherzi” di Leoni. È contenta, Arianna, ma non si monta la testa: sa che sulla carta ci sono avversarie molto più forti, e il suo obiettivo resta la qualificazione alla finale. Un po’ di scioglimento e poi via in hotel a riposare.
Le 18.30 arrivano in un attimo, l’emozione in tribuna, e anche tra i giornalisti italiani, è palpabile. Nessuno sa cosa aspettarsi, la curiosità in questi casi è decisamente eccitante.
Arianna è in seconda batteria, la Pedersen prima di lei ha fermato i crono su uno spaventoso 1’06”34. È in corsia 4, quella riservata ai migliori.
E anche questa volta non ce n’è per nessuno, con lo stesso copione: prima vasca di controllo, seconda a tutta. Sembra volare. Rimonta e vince in 1’07”31 davanti alla Vall Montero, ritoccando ancora il suo personale, questa volta a soli 55 centesimi dalla Scarcella.
Secondo tempo assoluto, atterra in finale. Oggi alle 18.57 (diretta RaiSport 1) la bustocca sarà in corsia .., candidata al podio. Le rivali: oltre alla favoritissima Pedersen, la spagnola Vall Montero, la svedese Johansson, le russe Astashkina (del ’99!) e Simonova, la ceca Chocova, l’olandese Nijhuis.
Missione compiuta: adesso sognare è lecito.
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