Una serie di coincidenze incredibilmente sfortunate ha portato alla tragedia che ieri è costata la vita a due escursionisti in gita nella zona del Pizzaccio, 2.500 metri di altitudine tra la valle del Drogo e la valle della Forcola, in Valchiavenna (Sondrio). Valeria Nunzia, 54 anni di Lierna, in provincia di Lecco, e Lino Pozzoli, 69 anni di Inverigo, provincia di Como, sono morti dopo un volto di 150 metri. I due non si conoscevano, ma si erano incontri poco prima della tragedia sul sentiero che li avrebbe portati in quota.
Lei, parrucchiera a Lecco, vedova senza figli residente a Lierna, iscritta da qualche anno alla sezione Cai di Valmadrera, era arrivata in Valchiavenna in compagnia di amici. Alcuni hanno deciso di fermarsi ai 1.700 metri di quota dell’alpe Lendine, altri di continuare verso il Pizzaccio percorrendo un sentiero ben noto in valle e considerato abbastanza facile. Una via molto battuta fino al secondo dopoguerra dai contrabbandieri che facevano i pendolari tra la Valchiavenna e la Val Mesolcina, in Svizzera.
Lì, in quel luogo incredibilmente spettacolare ma anche impervio, è avvenuto l’incontro fortuito con Pozzoli, pensionato anch’esso appassionato di escursioni, salito in valle con alcuni amici. L’uomo, ex carrozziere a riposo ben conosciuto nel paese comasco, si è volentieri unito al gruppo lecchese per l’escursione. Giunti nei pressi dei 2.500 metri del Pizzaccio gli escursionisti hanno cominciato al fase di discesa per tornare a Lendine. Nell’unico tratto esposto del percorso, che altrimenti non presenta pericoli di sorta, l’imponderabile che ha portato alla tragedia.
Nessuna disattenzione o mancanza di prudenza, anche perché i due erano abbastanza esperti. Dal versante, a quota 2.400, si è staccato un grosso masso, che cadendo ha fatto perdere l’equilibrio ai due trascinandoli nel dirupo sottostante. Immediatamente, erano da poco passate le 11,30, è scattato l’allarme dato dagli stessi componenti della comitiva, una decina in tutto di persone.
Sul posto gli uomini del Soccorso alpino e dell’elisoccorso di Como. Ormai, però, non c’era più niente da fare per la sfortunata coppia. Le indagini sull’episodio sono state prese in carico dalla Guardia di Finanza, mentre le operazioni di riconoscimento delle vittime sono state seguite dai carabinieri della caserma di Campodolcino. Le operazioni di recupero dei corpi si è protratta fino alle 14, quando i due sfortunati escursionisti sono stati portati alla camera mortuaria di Chiavenna. Nel tardo pomeriggio hanno cominciato ad affluire a Chiavenna i parenti e gli amici dei due escursionisti. Anche il gruppo, ridisceso ovviamente a piedi, che li accompagnava nella gita.
Il sopralluogo in quota da parte del servizio di soccorso alpino della Guardia di Finanza dovrebbe tenersi oggi, ma ormai ci sono pochissimi dubbi sulla dinamica di quanto accaduto. Un episodio simile in valle, anche se allora il sasso caduto aveva direttamente provocato la morte dell’escursionista, era avvenuto nel mese di aprile di un anno fa nella zona di Starleggia di Campodolcino. Allora perse la vita la guida alpina valtellinese Emanuele Gianera.
Le salme dei due sfortunati appassionati di montagna sono arrivate a Chiavenna verso le 14, e i primi a giungere sul posto sono stati due amici della donna casualmente presenti in zona. Le due vittime, entrambe iscritti al Cai, erano conosciuti come escursionisti di buona esperienza e, soprattutto, prudenza. Esperienza e prudenza che non sono servite questa volta contro un evento tanto imprevedibile quanto sfortunatissimo.
© riproduzione riservata